Il 13,8% della popolazione è povera

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L’Inps, l’Istat e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali presentano il secondo Rapporto sulla Coesione sociale. A questo fine sono state utilizzate indagini statistiche ed archivi amministrativi nazionali (di fonte Inps, Ministero del lavoro e Istat) e fonti internazionali (Eurostat e Ocse).

Mercato del lavoro
Nel secondo trimestre 2011 gli occupati sono 23 milioni 94mila, lo 0,4% in più dello stesso trimestre del 2010 (+87 mila unità). L’incremento riguarda esclusivamente la componente femminile. Il tasso di occupazione (15-64 anni) rimane stabile su base annua al 57,3%, dopo dieci trimestri consecutivi di flessione e il lieve incremento registrato nel trimestre precedente.

Sempre nel secondo trimestre 2011 il numero dei disoccupati è pari a 1 milione 947mila unità. Il tasso di disoccupazione è al 7,8% (+0,5 punti percentuali rispetto al terzo trimestre 2010), quello giovanile (15-24 anni) si attesta invece al 27,4%, raggiungendo il 44% se riferito alle donne del Mezzogiorno. Continua a crescere la popolazione che non cerca lavoro né è disponibile a lavorare. Il tasso di inattività si porta al 37,9%, quattro decimi di punto in più rispetto a un anno prima.

Sempre nel 2010, la retribuzione mensile netta è di 1.286 euro per i lavoratori italiani e di 973 euro per gli stranieri. In media gli uomini italiani percepiscono una retribuzione più elevata (1.407 euro) rispetto alle italiane (1.131 euro); il divario retributivo di genere è più accentuato per la popolazione straniera, con gli uomini che percepiscono in media 1.118 euro e le donne soltanto 788 euro. 3

Occupati contribuenti Inps
Lavoratori dipendenti

Nel “pianeta” del lavoro dipendente si contano nel 2011 (media primo semestre) 12 milioni 425mila occupati (anche agricoli e domestici), circa 5mila in più rispetto all’anno precedente. La sostanziale stabilità registrata in media nazionale sottende andamenti differenziati sul territorio. Il numero di lavoratori dipendenti aumenta di poco nel Nord Ovest (+0,7%) e nel Nord Est (+0,5%), mentre registra variazioni negative nel Sud e nelle Isole (-1,4%).

Lavoratori autonomi

Nel 2010, sono un milione 864 mila gli Artigiani iscritti alla gestione speciale dell’Inps, 12mila in meno dell’anno precedente (-0,7%). Di questi, tre su dieci (31,6%) hanno svolto l’attività nel Nord Ovest, il 25% nel Nord Est, il 20,6% nelle regioni del Centro; il 15,2% è attivo al Sud, il rimanente 7,7% nelle Isole.

I Commercianti iscritti alla gestione speciale dell’Inps sono due milioni 101 mila, l’1,2% in più del 2009. Il 27,5% ha localizzato la propria attività commerciale nel Nord Ovest, il 21,8% lavora al Sud, il 20,7% nel Nord Est, mentre il 20,7% e il 9,3% sono attivi nel Centro e nelle Isole.

La “quota rosa” è pari al 36,5%. Nella stragrande maggioranza dei casi (89,1%) i commercianti iscritti alla gestione sono titolari di azienda, il 10,9% è collaboratore familiare.
Nel 2010, i Coltivatori diretti, coloni e mezzadri e imprenditori agricoli professionali dell’Inps ammontano a 468mila unità, in calo dell’1,4% rispetto al 2009. Sul territorio la percentuale più alta di lavoratori agricoli, l’11,5%, si registra in Piemonte. Quanto al genere, la quota maschile prevale nettamente, 63,5% contro 36,5% delle donne.

I contribuenti Parasubordinati (con almeno un versamento nell’anno) sono 1,7 milioni, dei quali 1,4 milioni (85%) collaboratori e poco più di 250mila (15%) professionisti. Ancora una volta la componente maschile è preponderante (58,7%, pari a circa 995 mila) su quella femminile (41,3%, circa 700 mila).

Retribuzioni contribuenti Inps

Nel 2010, la retribuzione media giornaliera dei lavoratori dipendenti (esclusi i domestici) con almeno una giornata retribuita nell’anno è di 84,40 euro, in aumento di circa il 2% rispetto al 2009. A livello territoriale (estero a parte), è nel Nord-ovest che si registra il livello più alto di retribuzione media giornaliera, pari a 92 euro, con il picco di 95,40 euro della Lombardia. I valori più bassi sono invece quelli delle Isole (71,40 euro) e del Sud (72,40 euro) con la Calabria fanalino di coda (68 euro).
Conciliazione tempo di lavoro e cura della famiglia

Nonostante il miglioramento avvenuto negli ultimi anni, le donne continuano ad avere maggiori difficoltà a conciliare i tempi di lavoro e di cura della famiglia: in media, giornalmente, guardando all’insieme del lavoro e delle attività di cura, la donna lavora 1 ora e 3 minuti in più del suo partner quando entrambi sono occupati (9 ore e 9 minuti di lavoro totale per le donne contro le 8 ore e 6 minuti degli uomini). Per le coppie con figli il divario di tempo sale a 1 ora e 15 minuti (Anni 2008-2009).

Le donne, in particolare quelle occupate, sono penalizzate anche per il tempo libero. Il gap di genere si riduce nel tempo, ma resta a livelli elevati: gli uomini dispongono di 59 minuti in più di tempo libero rispetto alle donne, venti anni fa la differenza era di 1 ora e 14 minuti.

Povertà, deprivazione, esclusione sociale

Nel 2010, in Italia, le famiglie in condizione di povertà relativa sono 2 milioni 734 mila (l’11% delle famiglie residenti), corrispondenti a 8 milioni 272 mila individui poveri, il 13,8% dell’intera popolazione.
Il 10,2% delle persone vive in famiglie a bassa intensità di lavoro, dove cioè meno del 20% del tempo teoricamente disponibile è impiegato in attività lavorative. Questo dato si spiega anche con la prolungata convivenza con i genitori dei giovani 18-34enni in cerca di occupazione.

Nel corso degli anni, la condizione di povertà è peggiorata per le famiglie numerose, soprattutto per quelle con figli minori e residenti nel Mezzogiorno, per le famiglie dove convivono più generazioni e per quelle con un solo genitore.

In Italia, il rischio di povertà o di esclusione sociale è relativamente maggiore per le famiglie con tre o più figli, soprattutto se minori, e per quelle monogenitori. La situazione delle coppie con figli non tutti minori appare più o meno critica in relazione alla partecipazione al mercato del lavoro di almeno due percettori di reddito.

Politiche di sostegno al reddito

Maternità
Nel 2010, sono circa 380mila le lavoratrici dipendenti che hanno beneficiato dell’astensione obbligatoria per maternità. Fra le neo-mamme, il 91% ha un contratto a tempo indeterminato (e vive al Nord nel 58% dei casi), il 9% a tempo determinato (di cui il 52% concentrato nel Sud e Isole).
I congedi parentali sono ancora poco utilizzati dai padri.

Politiche attive
Sono gli uomini a fruire maggiormente delle misure di politiche attive del lavoro. Fanno eccezione le agevolazioni per sostituzione di astensione obbligatoria, il lavoro a chiamata o intermittente e i contratti di inserimento, per le quali sono di più le donne a beneficiarne.

Disoccupazione
Il numero medio di beneficiari dei sussidi di disoccupazione non agricola con requisiti ordinari e speciale edile ha mostrato un notevole incremento nel 2009 (+66,9% rispetto all’anno precedente). L’aumento dei beneficiari rallenta nel periodo successivo, attestandosi a +9,3% nel 2010 e a +3,4% nei primi sei mesi del 2011. L’incremento del numero medio di beneficiari ha riguardato progressivamente di più gli uomini, che erano il 49,5% del totale nel 2008 e sono il 54,4% nel 1° semestre 2011.

Mobilità
La generazione 2005 di beneficiari di mobilità, analizzata a distanza di cinque anni, presenta un livello elevato di lavoratori in attività lavorativa, pari al 53,3%.

Cassa integrazione guadagni
Nel 2010 il 34,8% dei beneficiari di indennità di Integrazione salariale ordinaria lavora nel Nord-ovest, il 27,0% nel Nord-est, il 15,6% nel Centro, il 17,7% al Sud, il 4,8% nelle Isole.

Assegni familiari
Le classi di età con il maggior numero di beneficiari sono quelle dei 30-39enni (34,1%) e dei 40-49enni (44,8%).

Pensioni e pensionati
Al 31 dicembre 2010 si contano in Italia 16 milioni 708mila pensionati. Di questi, il 75% percepisce solo pensioni di tipo Invalidità, Vecchiaia e Superstiti (Ivs), mentre al restante 25% vengono erogate pensioni di tipo indennitario e assistenziale, eventualmente cumulate con pensioni di tipo Ivs.

Quasi un pensionato su due (49,4%) ha un reddito da pensione inferiore a mille euro, il 37,4% ne percepisce uno fra mille e duemila euro, mentre per il 13,2% dei pensionati il reddito pensionistico è superiore a duemila euro.

Invalidità e assegni sociali
Nel complesso il numero dei pensionati d’invalidità e assegni sociali ammonta, al 31 dicembre 2010, a 4 milioni 480mila. Si tratta di circa 2 milioni 115mila maschi e 2 milioni 365mila femmine che vivono nel 15,9% dei casi nel Nord-ovest, mentre il 19,9% risiede nel Nord- Est, il 21% nel Centro, il 28,9% nel Sud e il 13,7% nelle Isole.

Spese per servizi socio assistenziali
Nel 2008 i Comuni italiani, in forma singola o associata, hanno destinato agli interventi e ai servizi sociali 6 miliardi e 662 milioni di euro, un valore pari allo 0,42% del Pil nazionale. La spesa media pro capite è pari a 111 euro, ma le differenze territoriali sono significative: si va da un minimo di 30 euro in Calabria a un massimo di 280 nella provincia autonoma di Trento. Al di sopra della media nazionale si collocano tutte le regioni del Centro-Nord e la Sardegna, mentre il Sud (escluse le Isole) presenta i livelli più bassi di spesa media pro capite (52 euro), circa tre volte inferiore a quella del Nord-est (155 euro).