Lavoro: parti sociali a Palazzo Chigi

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Questa mattina a Palazzo Chigi ci sarà il terzo incontro tra parti sociali e governo sulla riforma del mercato del lavoro. Il premier Mario Monti ribadisce che c’e’ la volonta’ del governo di arrivare a un accordo con le parti sociali ”entro marzo”, rispettando cosi’ i tempi indicati. Si dice fiducioso, pero’ aggiunge: ”Non potremmo fermarci se al tavolo non ci fosse un accordo, ma operiamo perche’ l’accordo ci sia. Certo, non un accordo purchessia”. Le parti sociali si dicono pronte a trattare, ma chiedono che il governo scopra le carte per cominciare un vero negoziato. E’ con questa posizione che andranno al confronto a Palazzo Chigi, che sara’ guidato dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero (il premier sara’ a Strasburgo). Al termine del confronto tra sindacati e imprese, durato un paio d’ore nella foresteria di Confindustria, il leader della Cgil, Susanna Camusso, spiega: ”Arriveremo con l’opinione che bisogna passare a una stagione piu’ negoziale del confronto”. Basta ”titoli” e ”annunci”, ora il governo faccia ”proposte di merito”: e’ necessario che ci sia ”un salto di qualita’ nel merito della discussione – sostiene infatti Camusso – che si cominci davvero un negoziato per definire quali sono i confini e i contenuti della riforma che il governo ha piu’ volte annunciato”. Ci sono le condizioni per ”andare avanti, sicuramente il tempo c’e’, possiamo lavorare bene”, dice il leader della Cisl, Raffaele Bonanni. E il numero uno della Uil, Luigi Angeletti, aggiunge: ”Siamo pronti a iniziare una trattativa con il governo per raggiungere il risultato di fare un accordo sulla riforma del mercato del lavoro”. L’incontro tra le parti sociali si e’ concluso senza che sia stato messo nero su bianco un documento (come si attendeva a conclusione del tavolo tecnico) da portare al confronto con l’esecutivo ma si e’ delineata, come sintetizzato da Bonanni, una posizione condivisa sugli ammortizzatori sociali, la flessibilita’ in entrata ed i contratti di ingresso (apprendistato e inserimento), seppure ”da scavare ancora”. Al confronto tra sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) e imprese (Confindustria, Abi, Ania, Alleanza delle cooperative) non c’era pero’ Rete Imprese Italia, che sugli ammortizzatori sociali ha una posizione differente che probabilmente indichera’ in una sua proposta. Al tavolo tecnico non si e’ neppure affrontato lo spinoso capitolo dell’articolo 18, conferma il segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, ma – aggiunge – ”ne parleremo”. E’ un punto, secondo Bonanni, su cui ”bisogna trovare una soluzione” perche’, ”sapendo che il Governo vuole intervenire, se nel sindacato non si trovasse una via d’uscita” si ”ripeterebbe quanto successo con le pensioni”, su cui ”il governo ha fatto da solo”. Questo per noi e’ inaccettabile”. Ma su questo la posizione della Cgil non cambia, mentre le sue tute blu – la Fiom guidata da Maurizio Landini – proclamano lo sciopero generale dei metalmeccanici per il 9 marzo con manifestazione a Roma, annullando cosi’ la manifestazione del 18 febbraio. ”Non e’ ipotizzabile la sospensione dell’articolo 18”, ripete Camusso, a margine della presentazione dell’Annuario del lavoro, riferendosi in particolare all’ipotesi di una sospensione della norma sul reintegro dei lavoratori licenziati senza giusta causa o giustificato motivo in alcuni casi specifici per 3-4 anni. C’e’ il si’ solo sui tempi delle cause, per renderli piu’ veloci. ”E’ insopportabile – aggiunge – che la discussione debba essere solo sull’articolo 18. Questo non e’ il centro del confronto. Bisogna parlare di crescita e di ammortizzatori sociali” per renderli ”universali”, e di come si interviene per battere la precarieta’.