“Dall’inizio di febbraio, la Provincia di Viterbo è in prima linea per affrontare l’emergenza maltempo, con mezzi, uomini e professionalità di ogni tipo operativi 24 ore su 24”. Lo afferma il capogruppo del Pdl in consiglio provinciale, il consigliere Gianluca Mantuano.
“L’amministrazione ha fatto quanto in suo potere per liberare le strade provinciali dalla neve – continua – e per ridurre al minimo i rischi per i cittadini. Inoltre, è andata in soccorso anche dei comuni della Tuscia che da soli non avrebbero potuto far fronte all’emergenza. La situazione in molte zone del Viterbese non è però ancora tornata alla normalità, c’è molto da fare, e, in considerazione proprio delle difficoltà incontrate dalle amministrazioni comunali, specie quelle più piccole, di fronte alle ingenti nevicate di questi ultimi giorni, sinceramente mi chiedo a cosa la Tuscia sarebbe potuta andare incontro se, in osservanza del decreto ‘Salva Italia’ del Governo Monti, la Provincia fosse stata cancellata o comunque private delle sue principali funzioni di coordinamento e controllo del territorio. Quale altro ente e in che modo avrebbe garantito, con la stessa professionalità, con la stessa immediatezza e con lo stesso eccellente risultato, la sicurezza dei cittadini e la percorribilità delle strade?”.
“C’è bisogno di sbloccare risorse dello Stato centrale per permetterci di continuare ad avere mezzi e uomini a disposizione di territori e popolazioni che si trovano ad affrontare le maggiori criticità dovute al maltempo – aggiunge il capogruppo Mantuano – più critiche. L’allarme neve pare cessato, ma le criticità restano, e presto ci troveremo a dover contare i danni, che si preannunciano già non certo lievi. La Tuscia, così come altri territori provinciali del nostro Paese, avrà bisogno di nuovi investimenti urgenti per la messa in sicurezza di strutture e reti viarie, e se non ci sarà permesso di utilizzare i fondi bloccati dal patto di stabilità intervenire diventerà impossibile. Il Governo cerchi quindi di assumersi le proprie responsabilità – conclude -, senza imporre ai cittadini nuove ‘tasse sulle disgrazie’, perché non è di certo pensabile che anche stavolta siano loro a dover pagare il conto”.