Nove turisti stranieri su 10 indicano l’Italia come meta del proprio viaggio dei sogni. E, nei primi 10 mesi del 2011, il 4,1% in più del 2010 ha coronato questo desiderio, raggiungendo il BelPaese. Questo dovrebbe contribuire a “rimettere in sesto” il bilancio annuale dell’industria della vacanza made in Italy? Si e no, mostrano le ultime analisi effettuate dall’Osservatorio sul turismo di Unioncamere, visto che una parte importante del fatturato del sistema turistico nazionale proviene dai viaggi degli italiani. E quelli, purtroppo, causa la crisi ma anche un inverno in cui la neve prima è stata lungamente attesa e poi è giunta sotto forma di bufera, sono diminuiti: complessivamente, nel 2011, 26,9 milioni di italiani hanno fatto almeno una vacanza nel corso dell’anno (pari al 53,4% della popolazione residente), mentre nel 2010 sono stati 32 milioni (il 63,5%). D’altronde, un po’ tutti i viaggiatori, ma in particolar modo gli italiani, lo scorso anno hanno deciso di utilizzare le proprie risorse con una certa oculatezza, “tagliando” soprattutto sulle spese “extra”.
Le performance del sistema ricettivo nel 2011
Andamento complesso quello del 2011, con il turismo che tiene in Italia nei primi 5 mesi del 2011, cresce in estate e cala in autunno fino a dicembre.
Il saldo di fine anno, però, è di stabilità (-0,2% di camere vendute), con una media del tasso di occupazione delle strutture ricettive pari al 43,8%, dovuta soprattutto a un lieve incremento del comparto alberghiero (+1,5%) che compensa la contrazione del 2,3% dell’extralberghiero. Tutte le aree prodotto chiudono in sostanziale stabilità, con tassi medi di occupazione delle camere più elevati nelle città d’arte e nei laghi, meta di vacanza in sensibile incremento lo scorso anno (+5,4%). A livello territoriale, il bilancio è maggiormente positivo nel Nord-Est (+1,4%), in lieve incremento nel Mezzogiorno (+0,3%), in contenuta diminuzione nel Nord-Ovest (-0,8%) e in più sensibile contrazione al Centro (-2,2%).
Poche ancora le prenotazioni per il primo trimestre del 2012: -6% quelle di febbraio e -6,8% per marzo, con cali che risultano particolarmente significativi per il prodotto di punta dell’inverno, ovvero la montagna, dove le riduzioni sono del -9,6% per febbraio e del -11,4% per marzo. La speranza, ovviamente, è che, dopo il blizzard e con le cime innevate, le nostre montagne si riempiano di viaggiatori last minute.
Le vacanze degli italiani
Lo scorso anno, 26,9 milioni di italiani hanno trascorso almeno un periodo di vacanza, vale a dire il 53,4% della popolazione. Sensibile il calo rispetto all’anno precedente, quando i nostri connazionali che avevano effettuato una vacanza erano stati oltre 32 milioni, pari al 63,5% della popolazione residente.
Le maggiori criticità hanno interessato soprattutto gli ultimi mesi del secondo semestre 2011, quando si è verificata una flessione del 29,3% del numero degli italiani in vacanza.
Nemmeno le vacanze di Natale hanno seriamente contribuito ad allentare il clima di crisi: i 6 milioni di nostri connazionali che si sono concessi un periodo di svago a dicembre e durante le tradizionali feste di Natale e Capodanno risultano infatti in contrazione rispetto al 2010, quando sfioravano gli 8 milioni.
Il turismo internazionale
Nella ripresa del turismo internazionale il miglior segnale per l’industria della vacanza italiana. L’Italia resta al top tra le destinazioni richieste ai tour operator mondiali (90,6%), seguita dalla Francia (53,6%) e dalla Spagna (47,5%). Il nostro Paese, inoltre, consolida la sua presenza sui mercati più importanti, quello europeo e statunitense. Nel primo caso la quota dell’Italia sul totale dei viaggi venduti dagli operatori internazionali si attesa al 29,2%, in linea con quanto registrato nel 2010; nel secondo caso raggiunge il 50,2%, contro il 47,5% dell’anno precedente.
La ripresa del turismo mondiale, di cui ha beneficiato anche l’Italia nel 2011, dovrebbe protrarsi, sebbene tra mille cautele, anche nel 2012: complessivamente, il 62% dei tour operator indica che la domanda di viaggi in Italia sarà stabile ed il 33% che aumenterà, soprattutto quella proveniente dagli Stati Uniti e dalla Cina, paesi per i quali si stima un incremento del 20%. Pochi gli operatori che prevedono una diminuzione (5%).
“Occhio” alla spesa e tagli agli “extra. Gli stranieri però spendono di più per l’alloggio
Di sicuro la crisi ha influito sull’inclinazione di spesa dei turisti in generale e degli italiani in particolare, incidendo in questo modo sulla ricchezza prodotta nei territori. Una sensibile “sforbiciata” i nostri connazionali l’hanno infatti data soprattutto alle spese “extra” e all’alloggio, riducendo la spesa media del 26,3% e portandola così a poco più di 47 euro al giorno dai 64 registrati nel 2010. Anche gli stranieri, però, sono stati più oculati, rinunciando al 22% dei costi destinati al mantenimento e al divertimento. Per l’alloggio, invece, gli stranieri sono stati assai meno parchi, visto che hanno speso mediamente 74 euro al giorno, pari al 34,5% in più di quanto registrato nel 2010. Lievi ritocchi all’insegna del contenimento dei prezzi, invece, per gli italiani, che hanno ridotto la spesa per l’alloggio del 5%, portandola a poco meno di 50 euro a notte.