Il tesoro delle multe vale 3 miliardi di euro

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La Fondazione Luigi Guccione e l’Istituto Internazionale per il Consumo e l’Ambiente presenteranno domani un rapporto su i dati dei proventi contravvenzionali (articolo 208 del Codice della Strada) negli anni dal 2006 al 2010 in15 città metropolitane. L’elaborazione e l’analisi è affidata a Ricerche e Servizi per il Territorio.
Un “tesoro” – quello delle multe – che vale, nelle sole 15 città metropolitane, oltre 3 miliardi di euro nei cinque anni. Lo Stato – nello stesso periodo – per il Piano Nazionale per la sicurezza stradale ha speso in media solo 30 milioni all’anno. Per estensione in Italia questi dati fanno capire come siano importanti i ricavi delle multe che complessivamente – dalle polizie locali (circa 1,6 miliardi di euro) e da quelle nazionali, Polstrada e Carabinieri (circa 400 milioni di euro) portano nelle casse dello Stato circa 2 miliardi di euro all’anno. E nel decennio che si è appena chiuso (2001/2010) hanno fatto incassare circa 20 miliardi di euro. Ed allora perché la sicurezza stradale non migliora come dovrebbe – l’Italia è all’undicesimo posto nell’Europa a 15 per diminuzione di morti e feriti nella “classifica” del decennio appena chiuso – nonostante il reimpiego di somme così significative?
Dai dati che ci sono stati forniti dai Comuni emerge anche un utilizzo delle risorse finanziarie non omogeneo rispetto a quanto indicato dallo stesso codice della strada (il 50% degli introiti): per miglioramento segnaletica (almeno 12,50% dice la legge), per i controlli della polizia locale (almeno 12,50% dice la legge), manutenzione delle strade, sicurezza utenti deboli, educazione stradale, ecc. (25%). Ed ancora gli investimenti delle quote che i Comuni decidono di dedicare alla sicurezza stradale non incidono nelle dinamiche di diminuzione di morti, feriti e costi sociali dell’incidentalità così emerge dall’indagine ma anche con posizioni molto differenziate tra città e città.
Nessuna relazione-rendicontazione viene fatta dai Comuni e nemmeno dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sull’entità e sulla spesa di tali somme nonostante ci siano dei precisi obblighi di legge (Legge 120/2010).
Infatti i dati che presentiamo sono il frutto di un’istanza di accesso agli atti che abbiamo fatto nel mese di ottobre 2011. E tra le 15 città emerge anche che ci sono metodi di rendicontazione molto differenti che non rendono chiaro cosa viene fatto o in alcuni casi le stesse spese non vengono rendicontate analiticamente ma indicate solo con una cifra totale.
In sostanza non c’è un criterio omogeneo di trasparenza dei dati e nessuna valutazione d’efficacia degli investimenti effettuati: ad esempio i soldi spesi a Roma per il trasporto pubblico, oltre 700 milioni su 1350 milioni di euro incassati dalle multe, non hanno inciso sul miglioramento del servizio come sanno bene i romani. Ma lo stesso art. 208 del Codice della strada non prevede di utilizzare soldi delle multe per metropolitane e Bus che hanno, invece, altri canali di finanziamento.