Poste italiane, Corte Conti: restano ostacoli alla liberalizzazione del mercato

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Poste italiane spa ha chiuso l’esercizio 2010 per il nono anno consecutivo con il bilancio in attivo, con un utile di 729 milioni ed un dividendo di 350 milioni di Euro, in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente. La quota di utile distribuito allo Stato azionista nel periodo 2005-2010 è stata pari a circa 1 miliardo 591 milioni di euro.
E’ indubbiamente un trend che merita favorevole considerazione sotto vari profili, ed ancor più ove si abbia riguardo alla circostanza che nel 1998 – anno di trasformazione in società per azioni dell’Ente pubblico Poste – si era registrato un risultato negativo per circa 2.650 miliardi di lire. L’inversione di tendenza – già preparata nel triennio 1999-2001, con una graduale riduzione del disavanzo – si è realizzata a partire dall’esercizio 2002 (chiuso con un utile di 45 milioni di Euro).
Tra le cause del radicale mutamento è da porre in primo piano la scelta del management – coerente nell’ultimo decennio – di ampliare e differenziare l’oggetto sociale e di mirare ad un costante graduale sviluppo dell’attività finanziaria di BancoPosta, affiancata dalla remunerativa attività assicurativa. Siffatta attività “commerciale”, incrementata di anno in anno, è valsa a bilanciare – ed è così anche per il 2010 – i risultati non favorevoli, sotto il profilo finanziario, del servizio postale universale, di cui Poste italiane spa è affidataria (con recente quindicennale conferma disposta dal Decreto legislativo 31 marzo 2011, n. 58).
Preme, di contro, rimarcare che il servizio postale è pur sempre l’essenza stessa dell’Azienda e che appare, pertanto, fondamentale in tale ambito, la ricerca costante di iniziative ed interventi idonei ad aumentare la qualità del servizio postale, con progressiva significativa diminuzione delle disfunzioni nel recapito della corrispondenza e nella operatività degli sportelli, che, nonostante l’azione di efficientamento del personale e le innovazioni tecnologiche, tutt’oggi permangono. Obiettivo finale dovrebbe essere quello di pervenire ad un miglior rapporto con l’utenza, allo stato sovente compromesso anche da una non completa percezione dell’effettivo livello del servizio.
Nel percorso di liberalizzazione del mercato postale, pur dopo l’intervento del ricordato d. lgs. 31 marzo 2011, n.58, che ha recepito nell’ordinamento interno la direttiva comunitaria 2008/6/CE (cosiddetta terza Direttiva postale europea), permangono resistenze e fattori ostativi (quali, tra gli altri, l’ampiezza del servizio universale, i criteri e le modalità di selezione dell’affidatario, il regime differenziato dell’IVA sui prodotti postali).
Il costo del lavoro di Poste italiane spa – che costituisce il 70,4% dei costi di produzione e consuma il 63% dei ricavi prodotti – si attesta per il 2010 sui 5 miliardi 970 milioni di euro con un organico medio complessivo di 148.231 unità, con una riduzione di € 236,3 milioni, pari al 3,8%, rispetto al 2009.
I Ricavi totali si sono attestati, al termine dell’anno in riferimento, su € 10.021,9 mln, inferiori dell’1,8% rispetto al precedente esercizio (€ 10.203,3 mln). I Costi sono risultati pari a € 8.569,9 mln, in calo del 2,7% sul precedente esercizio (€ 8.804,7 mln).
Il riscontrato utile d’esercizio di 729 milioni di euro, complessivamente diminuito dell’1,1% sul 2009, presenta esiti negativi del 2,1% per i Servizi Postali e del 3,9% per i Servizi Finanziari.
Il Patrimonio netto di Poste italiane spa, al 31 dicembre 2010, è pari a € 3.613,2 mln, con una diminuzione di € 463,7 mln rispetto al precedente esercizio.
Merita attenzione l’andamento degli investimenti, che sono stati pari a € 385,9 mln con una flessione del 17,9%, rispetto al 2009.
La Corte, pur consapevole delle difficoltà economico-finanziarie esistenti, sottolinea come il rispetto degli obiettivi programmati, con il mantenimento di una adeguata destinazione di risorse agli investimenti finalizzati a favorire l’evoluzione tecnologica e la diversificazione della gamma dei servizi offerti alla clientela, costituisca condizione essenziale per il futuro della Società.
Si conferma favorevole l’andamento del Gruppo Poste Italiane, quale risulta dal bilancio consolidato, con un utile per il 2010 di € 1.017,9 mln, superiore di € 113,9 mln rispetto a quello del precedente esercizio (€ 904 mln). Permane, peraltro, ha osservato la Corte, la presenza di alcune aree che richiedono attenzione, riferendosi in particolare alle criticità del settore postale interessato ai servizi logistici ed alle lavorazioni dei prodotti pacchi e corriere espresso (SDA Express Courier spa con una perdita di 34,5 mln di euro, Italia Logistica srl, con un risultato negativo per 3,5 mln, Mistral Air srl, con un margine negativo di 1,5 mln).
Positivi, invece, i risultati delle altre principali società: Poste Vita spa (con un risultato di periodo positivo di 30,3 milioni di euro), PosteMobile spa (con un utile di 5,5 milioni), Bancoposta Fondi spa SGR (con un utile di 17,1 mln di euro), Europa Gestioni Immobiliari spa (con un risultato di 18,3 milioni, giovantesi di plusvalenze derivanti da dismissione di immobili).