“C’è la necessità di trovare nel più breve tempo possibile una soluzione ad una problematica generale che contempli tutte le esigenze, non dimenticando che in particolare abbiamo il compito etico, morale ed amministrativo di attivare immediatamente l’impianto di depurazione di Carovigno, ormai completato”.
Lo ha detto questa mattina l’assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati, a margine della riunione tecnica convocata per analizzare le problematiche relative all’impianto di depurazione di Carovigno.
Alla riunione hanno partecipato il presidente della Provincia di Brindisi Massimo Ferrarese, il commissario straordinario del Comune di Brindisi Bruno Pezzuto, i sindaci dei comuni di Carovigno e San Vito dei Normanni e rappresentanti dei comuni di Mesagne, Francavilla Fontana e San Michele Salentino, di Acquedotto Pugliese, Autorità di Bacino, Arpa e Consorzio di Bonifica dell’Arneo.
“Sulla questione generale – ha sottolineato Amati – abbiamo accolto con favore la proposta avanzata dal Presidente Ferrarese, di veicolare le acque non più in mare ma nell’impianto di affinamento di Mesagne in via di attivazione, attraverso la realizzare di una nuova condotta.
“La nuova proposta permetterebbe di sostenere gli stessi costi previsti per la rifunzionalizzazione della condotta sottomarina dell’ASI, che originariamente era stata proposta come soluzione dalla stessa Amministrazione provinciale.
“Sulla nuova proposta i tecnici compiranno tutti gli approfondimenti necessari, e per questo la riunione è stata aggiornata al prossimo 2 marzo, fermo restando la nostra condivisione e l’impegno a perseguirla, salvo insormontabili problemi tecnici.
“Nel frattempo emerge la necessità di sottrarre i Cittadini di Carovigno da un’attuale condizione vicina all’inciviltà, perché idonea ad attentare contemporaneamente i beni della salute e della tutela ambientale, attivando immediatamente l’impianto, anche con una autorizzazione provvisoria calibrata (anche 18 mesi potrebbero andare bene) sul tempo idoneo a realizzare il più generale progetto che oggi ha visto la luce. Sul punto spero che la Provincia di Brindisi proceda ad esprimersi nei prossimi giorni sulla richiesta di autorizzazione allo scarico, avanzata da alcuni mesi dall’Acquedotto pugliese. Manca solo questo adempimento per attivare l’impianto.
“La particolare risolutezza che avverto il dovere di tenere sulla immediata attivazione dell’impianto, con tutte le garanzie di modifica del recapito finale (come da proposta avanzata oggi), insiste nella circostanza che anche in questo momento in quell’area inquinata si coltivano prodotti alimentari da portare in tavola e si continua a bagnarsi in acque che risultano amene solo nell’ambizione dei documenti di tutela dei siti ambientalmente rilevanti, mentre nella realtà rassegnano una condizione qualitativa peggiore di quella di quasi tutte le aree marine pugliesi, magari sprovviste di tanto pedigree. Il tutto condito da una procedura d’infrazione comunitaria che alla fine speriamo porti l’individuazione dei responsabili, quantomeno per i decennali ritardi.
“Quanto detto restituisce una situazione che giustifica il rivolgimento d’animo che sta coinvolgendo la cittadinanza di Carovigno, racchiuso nel contenuto unanime di una deliberazione assunta all’unanimità dal Consiglio comunale nei giorni scorsi. A queste istanze non possiamo restare insensibili, così come non possiamo restare inermi, sia pur in via gradata, di fronte all’aggravio economico a cui questa situazione espone i cittadini di Carovigno, i quali in momenti di crisi continuano a caricarsi delle spese di autospurgo, come se fossero figli di un’altra regione.
“In questo senso e nella combinazione di istanze ambientali parimenti e reciprocamente degne di tutela, la qualità del mare e del suolo, risiede la nostra richiesta alla Provincia di Brindisi di autorizzare immediatamente lo scarico in canale reale e il nostro impegno risoluto a realizzare in breve tempo quanto la Provincia di Brindisi ci ha chiesto questa mattina, quale progetto moderno ed ambizioso di tutela di tutti i beni in campo, legittimamente meritevoli di averla.”