L’intesa e’ possibile, la riforma del lavoro si fara’ con l’accordo delle parti sociali. Malgrado la giornata convulsa caratterizzata dalle polemiche seguite alle parole di Emma Marcegaglia, Elsa Fornero manifesta ottimismo sul cammino della riforma del welfare. L’agenda degli incontri e’ tracciata: giovedi’ alle 18 ci sara’ una nuova riunione con le parti (la quinta dall’inizio dell’apertura del dossier) che affrontera’ il tema dei contratti d’ingresso e degli ammortizzatori. Il tema della flessibilita’ in uscita sara’ invece sul tavolo nell’incontro che si terra’ il 1 marzo. La volonta’ del governo di procedere, ribadita dallo stesso Mario Monti, emerge dalle parole del ministro del Lavoro che al termine di una audizione in Commissione a Montecitorio ripete che “l’intesa e’ assolutamente possibile: stiamo lavorando con grande serieta’ e profondita’ su tutti gli argomenti. “Non uno soltanto – aggiunge facendo riferimento all’articolo 18 – anche se a voi piace sempre solo quello”. Nessun passo indietro nemmeno rispetto alla posizione espressa da parte del Pd, secondo cui una riforma senza il via libera dei sindacati avrebbe difficolta’ a procedere in Parlamento: “Se dovessimo lavorare con i se…- dice Fornero – invece noi dobbiamo concentrarci sulle cose che sono possibili”. Quindi nessun timore per le eventuali difficolta’ in Parlamento? “Nessun timore”, risponde la titolare del Lavoro.Dal ministero di via Flavia non trapela particolare preoccupazione rispetto ai toni altissimi che hanno caratterizzato la giornata, dalle parole di Raffaele Bonanni secondo cui ‘il governo vuole rompere la trattativa’, alle polemiche sulla frase della presidente di Confindustria sui ‘sindacati che difendono i fannulloni’. Noi stiamo a quello che succede attorno al tavolo – spiegano fonti del Welfare – e al tavolo, con posizioni evidentemente dialettiche sembra che pian piano e un passo alla volta le posizioni siano meno distanti. Le stesse fonti ribadiscono che sia un fatto positivo che la Cgil, pur senza alcun riferimento esplicito all’articolo 18, sia disposta a discutere di flessibilita’ in uscita. Giovedi’ dunque, il tema del confronto sara’ ancora quello degli ammortizzatori. Sindacati e imprese continuano a considerare vago l’impegno sulle risorse da parte del governo per la riforma annunciata per il 2013, che prevederebbe una revisione della Cig e un’indennita’ unica di disoccupazione e chiedono di rifinanziare gli strumenti. Richiesta che non sembra trovare aperture nel governo. “Moltissimi cambiamenti e credo molto buoni – ha detto Fornero – si possono fare anche senza maggiore assorbimento di risorse. Le risorse purtroppo sono un vincolo serio”. Dunque mentre il ministro professava ottimismo in vista dei prossimi incontri, tra Confindustria e Cgil, Cisl, Uil, Ugl andava in scena uno scontro ‘cruento’ sull’articolo 18. “La modifica dell’articolo 18 da sola non risolve i problemi, ma una maggiore flessibilita’ in uscita aiuterebbe le imprese, rendendo il mercato piu’ fluido”, diceva il leader di Viale dell’Astronomia dal palco del convegno di Federmeccanica, toccando un nervo sensibile degli industriali e rivendicando sul tema “massima responsabilita’ e attenzione”. “Non vogliamo abolire l’articolo 18, che deve rimanere per i casi discriminatori – ha detto Marcegaglia – ma la questione non è piu’ rinviabile e va portata avanti possibilimente con un sindacato riformista”. E poi l’affondo: “non vogliamo un sindacato che protegge gli assenteisti cronici, i ladri, i fannulloni”. Parole che scatenano l’immediata alzata di scudi di tutti i sindacati. A cominciare dalla Cgil che chiede un’immediata smentita del ragionamento. “Questo e’ davvero troppo. Si possono avere e sostenere tesi e idee diverse, anche in modo forte, ma cosi’ si dicono cose non vere che offendono e mettono in discussione il ruolo del sindacato confederale italiano”, rispondono da Corso d’Italia. A scendere in campo anche il leader della Cisl, Raffaele Bonanni. “Noi non abbiamo mai difeso ne’ i fannulloni, i ladri o gli assenteisti cronici. Noi abbiamo sempre tutelato i lavoratori onesti che fanno il proprio dovere e che pretendono lo stesso rispetto dai loro datori di lavoro”, dice dallo stesso palco fiorentino invitando Confindustria “ad abbassare i toni”. E sul filo dell’ironia appare molto dura anche la Uil. “Non proteggiamo assenteisti cronici ne’ ladri. Gli imprenditori possono dire altrettanto?”, chiede il leader, Luigi Angeletti. Ad appellarsi all’unita’ contro gli attacchi all’articolo 18 , invece, l’Ugl di Giovanni Centrella. “Purtroppo la propaganda a favore del cambiamento di principi fondanti del vivere civile, qual e’ l’articolo 18, sta andando avanti e sta conquistando aderenti fino a ieri inimmaginabili. Ecco perche’ diventa ancora piu’ indispensabile essere uniti se vogliamo non farci passare sopra la testa un ennesimo provvedimento”.