Assobalneari Salento: emergenza erosione, situazione grave

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Gli interventi di ripascimento previsti sul litorale di Otranto sono urgenti e fondamentali per dare inizio alla stagione turistica. Lo dicono gli operatori balneari della zona, in particolare i titolari dei lidi che sorgono sulle spiagge di Alimini e Frassanito, ormai devastati dalle mareggiate e dagli effetti dell’erosione. Gli imprenditori replicano, così, a chi considera tali interventi “inutili ed esclusivamente compensativi”, come affermato ad alcuni organi di stampa dal presidente della Camera di Commercio di Lecce, Alfredo Prete.
L’incontro svolto giovedì scorso presso la sede del Comune di Otranto, tra operatori di Assobalneari Salento e amministratori, è servito a fare il punto sulla situazione e a presentare al sindaco Luciano Cariddi il progetto di ripascimento a breve termine (da attivare entro metà marzo), utile a spostare circa 60mila metri cubi di sabbia dal fronte marino al costo di 300mila euro. Saranno gli operatori a sobbarcarsi i costi delle aree in concessione, mentre il Comune valuterà la possibilità di effettuare un intervento simile sulle porzioni di spiaggia libera.
Il litorale di Otranto è una zona molto sensibile e delicata dal punto di vista ambientale. Nelle linee guida emanate dalla Regione Puglia, nel dicembre 2011, l’intervento di manutenzione ordinaria proposto da Assobalneari Salento è l’unico riconosciuto come fattibile: ricostruzione dunale e ripascimento rappresentano, per ora, il modo più corretto e veloce per mantenere inalterato l’equilibrio delle spiagge.

Le condizioni in cui versano i lidi, purtroppo, non lasciano spazio a ulteriori considerazioni. Gli imprenditori balneari di Otranto si trovano davanti ad un bivio: portare la sabbia e riaprire le strutture, oppure lasciare la situazione invariata e rinunciare alla stagione estiva 2012. Gli interventi strutturali, costosi e lunghi, da realizzare solo con l’appoggio delle istituzioni, non potranno in alcun modo risolvere il problema nei prossimi due mesi.

Per questo motivo Assobalneari Salento preferisce dare voce alle testimonianze dalle strutture più colpite:

Salvatore Bellisario, titolare Lido Acquachiara, Alimini – Otranto
La situazione in cui si trova il lido è disastrosa. «Da soli, noi imprenditori, non possiamo sopportare costi per opere strutturali – spiega Bellisario – l’intervento di ripascimento costerà migliaia di euro ma ci aiuterà a garantire la stagione turistica. La scelta è spendere oppure affogare, non possiamo permetterci il lusso di arrivare a giugno senza la spiaggia. Ma allo stesso tempo chiediamo alle istituzioni, e alla stessa Camera di Commercio, di programmare interventi di lungo periodo e mettere a disposizione i fondi necessari a pagare opere di ampio respiro che coinvolgano tutto il Salento».

Pino Pappadà, titolare Lido Tropea, Alimini – Otranto
«Viviamo in una situazione di completo degrado – commenta Pappadà – se non ci rimbocchiamo le maniche per fare il ripascimento dovremo dire addio alla prossima stagione. Il lido è stato distrutto dalle mareggiate di ottobre scorso. Sono costretto a ricostruire l’intera struttura».

Carlo De Iacob, titolare Lido Fico d’india, Alimini – Otranto
Anche il Fico d’India si trova in una situazione drammatica, fino a poco tempo fa tra le peggiori del litorale. «Siamo in bilico – spiega De Iacob – manca buona parte del fronte mare e abbiamo perso le quote di spiaggia. Nei prossimi giorni ci incontreremo con altri tre stabilimenti per cercare di quantificare i metri cubi da acquistare. Al momento non possiamo accettare prenotazioni. Nell’incertezza è impossibile programmare senza rischiare un danno economico incalcolabile, nel 2009 siamo stati costretti a rimborsare 20 abbonamenti. Solo la sabbia può salvarci».

Leonardo Giannotta, titolare Lido Giro di Boa, Frassanito – Otranto
«Ormai il lido si trova su un banco di roccia, le dune sono state smontate completamente dal mare che, purtroppo, è riuscito ad infiltrarsi anche nella pineta. Intervenire con il ripascimento è fondamentale, in caso contrario non potrò riaprire la struttura».