Chi ci segue conosce il nostro giudizio sul governo Monti e sull’attuale Presidente del Consiglio. Un governo che di tecnico non ha proprio nulla, composto da una casta di ricchi signori del giro della buona finanza mondiale che ha messo in atto provvedimenti recessivi, ingiusti e tecnicamente di scarsa qualità. La vicenda della riforma del mercato del lavoro non fa che rafforzare questo giudizio e sembra che finalmente anche una parte dell’opinione pubblica italiana, nonostante gli osanna di tutto il circo dei massmedia italiani, comincia a capire davvero cos’è l’esecutivo di Mario Monti. La riforma proposta da Elsa “lacrima facile” Fornero verte essenzialmente su due punti: licenziamento indiscriminato per tutti e aggravio di tasse per le imprese. Con la scusa dell’Aspi, un sussidio da riconoscere ai disoccupati più o meno in quanto disoccupati le imprese dovranno tirare fuori più soldi sia per assumere (se nella forma di tempo determinato o precario) sia per licenziare (è prevista una sorta di tassa sui licenziamenti da devolvere all’Inps).In cambio i grandi gruppi (perché la riforma è studiata per loro) possono sostanzialmente fare in azienda il porco del comodo loro. Un trade off tra uno stato in bancarotta e i grandi potentati (di cui questo governo è emanazione culturale ed operativa) che possono finalmente avere le mani libere per trattare la forza lavoro come una merce al pari di qualsiasi materia prima del ciclo di produzione. Dove stia la modernizzazione del sistema o l’incentivo ad incrementare la forza lavoro in azienda non si capisce. Così come non si capisce perché un’azienda dovrebbe puntare sulla crescita del capitale umano tassato ogni giorno di più ed in modo feroce dallo stato italiano. Il governo Monti in definitiva sta modellando l’Italia sulle corde di un paese ingiusto, insicuro e discriminante. La forbice tra chi ha tanto, forse troppo e chi ha poco se non nulla con questa azione di governo si amplierà: E così si fara la felicità dei super ricchi, quelli che si annoiano ad avere un unico lavoro per tutta la vita, una ristretta casta cui gran parte del governo Monti appartiene, figli, mogli e nipoti inclusi. Già l’avere avviato una manovra Salva Italia che ha previsto in sequenza la tassazione dei consumi (con l’aumento Iva), la tassazione della benzina e la tassazione della prima casa rende assimila questo esecutivo ai governi di paesi illuminati e tecnici quali la Corea del nord o la Bielorussia ( e forse neanche lì avrebbero avuto il coraggio di adottare misure del genere) Tralasciamo poi liberalizzazione e semplificazioni che hanno solo reso più difficile, meno libero e meno semplice quello che già aveva deciso e fissato per legge il tanto vituperato ministro Giulio Tremonti (vedi società tra i professionisti). Oggi con la riforma del mercato del lavoro si completa il disegno: dopo Monti questo non sarà più un paese per gente normale.
Di Pietro Colagiovanni