RIMBORSI FISCALI, CONTRIBUENTI.IT: 2 SU 3 BLOCCATI.

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In Italia, quando si tratta di pagare le tasse il fisco non perdona. Basta anche un solo giorno di ritardo per far scattare cartelle di pagamento con sanzioni ed interessi da capogiro. Ma sul versante opposto, lo Stato, invece, si conferma un pessimo e tardo pagatore. Nel 2012 risultano bloccati 2 rimborsi fiscali su 3, con una crescita del 74% rispetto all’anno precedente. Peggiorano anche i tempi di attesa. Nel 2012 l’ amministrazione finanziaria fa attendere anche 14,3 anni per rimborsare le imposte, contro i 12,8 del 2011, quando la media europea è di 12 mesi.
E’ questa la sintesi della nuova inchiesta condotta da KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it Magazine dell’Associazione Contribuenti Italiani.
Secondo la classifica stilata da KRLS Network of Business Ethics, l’Italia si aggiudica il ‘primato mondiale’ per la lentezza nei rimborsi fiscali con 14,3 anni, seguita dalla Turchia (4,2 anni), della Romania (3,9 anni) dalla Grecia (3,8 anni), dalla Spagna (2,3 anni), dell’Albania (2,1 anni), dalla Francia (1,6 anni), dall’Inghilterra i (1,2), dalla Germania (0,8 anno), dall’Austria (0,4 anni), dagli Usa (0,2 anni) e dal Giappone (0,1).
In Italia, in cinque anni, il debito pubblico per i rimborsi fiscali si è quasi triplicato passando da 18,9 miliardi del 2007 a 54,2 miliardi del 2012, da rimborsare a 12,8 milioni di contribuenti.
Nel 2012, i contribuenti maggiormente penalizzati dai mancati rimborsi dei crediti fiscali sono quelli residenti in Campania, con +202,6%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente a quelli residenti nel Lazio con + 196,3% ed in Valle d’Aosta con +184,1%. A seguire nell’Emilia Romagna con +181,5%, nella Toscana con +179,1%,nella Liguria con +169,6%, nella Sicilia con +168,7%nelle Marche con +166,6%, nella Puglia con +164,4%, nell’Abruzzo con +159,1%, nel Piemonte con +157,1%, nel Veneto con +142,9%, ed in Lombardia con +141,0%.
Tutto questo accade perché non solo le Amministrazioni finanziarie, dopo 12 anni, non ha ancora dato attuazione all’art. 8 dello Statuto del contribuente, in dispregio della Carta Costituzionale, ma soprattutto perché il Governo ha ridotto le dotazioni del programma di spesa per i rimborsi d’imposta.
“Per esigenze di cassa non si può sempre far leva sui rimborsi fiscali – afferma Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – I fondi recuperati dalla lotta all’evasione fiscale debbono, innanzitutto, essere utilizzati per ripianare i debiti che lo Stato ha nei confronti dei contribuenti”.
“Agiremo innanzi alle Corti di giustizia europee per denunciare questo scandalo tutto italiano ed assisteremo i Contribuenti nel far valere i loro diritti – continua Carlomagno – Serve un Europa forte che difenda i diritti dei contribuenti. Urge un’armonizzazione fiscale in modo che, quanto prima, in tutta Europa, la tassazione possa essere omogenea – conclude Carlomagno – e i rimborsi fiscali possano essere erogati con gli stessi tempi e modalità”