Crolla ad aprile l’indice della Tax Compliance, che misura la fedeltà fiscale dei contribuenti, del 5,2% ed aumenta l’evasione fiscale del 3,6%. In Italia 4 italiani su 5 non capiscono perché si pagano le tasse.
E’ questo il quadro che e’ emerso dalla ricerca – presentata oggi a Napoli nel corso del Convegno “Evasione fiscale e pubblicità ingannevole” – effettuata da Krls Network of Business Ethics per ”Contribuenti.it Magazine” dell’Associazione Contribuenti Italiani, che ha analizzando i dati sulla Tax Compliance rilevati da Lo Sportello del Contribuente nel periodo 2 aprile – 5 maggio 2012. In Italia, nell’ultimo mese la fedelta’ fiscale dei contribuenti e’ scesa di 5,2 punti passando da 16,5% a 11,3% a causa dei pochi e scarsi servizi che gli italiani ricevono in cambio delle molte tasse che pagano.
Negli ultimi 5 anni l’imponibile evaso in Italia è cresciuto del 37,2% con punte record nel nord dove ha raggiunto l’ 39,7%.
Ogni contribuente italiano ”versa mediamente al fisco 7.930 euro all’anno, fra tasse, imposte e tributi vari, la cifra piu’ alta tra i paesi dell’area euro, ma riceve in cambio in servizi sociali meno della metà, 3.460 euro, il piu’ basso tra i principali paesi europei.
Dalla ricerca di Contribuenti.it Magazine emerge che al primo posto tra i paesi che investono maggiormente nei servizi sociali troviamo la Francia, seguita dalla Germania, Svezia, Olanda, Inghilterra e Spagna con 8.120 euro.
L’indice della tax compliance e’ l’indice di fiducia dei contribuenti italiani. Esso rappresenta il comportamento dei contribuenti nei confronti dell’amministrazione finanziaria. La sua rilevazione avviene attraverso l’analisi di un campione di circa 5.000 contribuenti ed e’ costituito da due subindici, la stima dei contribuenti sulla situazione corrente (40%) e le previsioni per il futuro (60%)”. Il dato ‘ha una forte influenza sulla politica monetaria e fiscale in quanto e’ l’indice della Tax Compliance. Piu’ il valore e’ alto, piu’ i contribuenti hanno conoscenza, informazione e certezza di poter contare sui propri diritti. Attraverso questa via c’e’ da attendersi una diminuzione delle evasioni fiscali insieme ad un incremento delle soluzioni pacifiche delle controversie.
“L’evasione fiscale non si combatte né con Equitalia, né con gli spot televisivi, ma con i fatti – ha affermato Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – In Italia manca finanche la certezza del diritto. Basta guardare al credito d’imposta sud per l’occupazione. Approvato nel maggio 2011 nel decreto sviluppo, prorogato nel 2012 di un anno, ancora nessuna impresa ha potuto beneficiare del contributo con grave danno per l’occupazione. Lo Stato deve tornare ad essere credibile mantenendo le promesse prese, migliorare la qualità dei servizi pubblici e sopratutto rendere trasparenti i conti pubblici facendo comprendere ai contribuenti come amministrano e spendono i propri soldi, così come fa un amministratore di condominio”.