Il governo conferma il gettito complessivo di circa 21 miliardi di euro derivanti dal pagamento dell’Imposta municipale sugli immobili (IMU).
La notizia di un ammanco di 2,5 miliardi di euro, diffusa attraverso le stime elaborate dall’IFEL, l’Istituto per la finanza e l’economia locale dell’Anci, sulla base delle previsioni di gettito formulate dai Comuni non deve generare allarmismo.
Le stime dell’esecutivo sono basate sui dati relativi a tutti gli immobili censiti negli archivi del Catasto integrando le informazioni relative alle rendite catastali con i dati riportati nelle dichiarazioni dei redditi dei proprietari e con i versamenti ICI trasmessi telematicamente al Dipartimento delle Finanze.
Di contro la stima di gettito diffusa dall’IFEL si basa su dati che una quota minoritaria di Comuni (solo il 15% del totale) ha fornito rispondendo ad un questionario. Non si tratta quindi di un campione rappresentativo. I dati sui quali si basa la stima IFEL, come peraltro indicato nel loro stesso documento, soffrono del problema di “autoselezione” del campione costituito solo dai Comuni che hanno scelto di rispondere al questionario, che segnalano prevalentemente ammanchi di gettito.
Si ricorda infine che l’attività di valutazione degli effetti finanziari di una imposta nuova e così importante é stata il frutto di un lungo e attento confronto tra le strutture tecniche ministeriali e l’ANCI e l’IFEL culminato in accordi sulla metodologia di ripartizione territoriale del gettito complessivo siglati in sede di “Tavolo tecnico della finanza locale” . I dati pubblicati sul sito del Dipartimento delle Finanze e utilizzati dai sindaci per la predisposizione dei bilanci di previsione sono quindi il risultato di una ripartizione del gettito IMU effettuata in base a quanto concordato con ANCI e IFEL.