Le commissioni Finanze e Attività produttive della Camera hanno dato il via libera alle modifiche alla riforma del lavoro che ha recentemente ottenuto l’ok del Parlamento. E’ stato infatti approvato un emendamento al decreto sviluppo frutto di un accordo tra i partiti di maggioranza e il governo. Dagli ammortizzatori sociali alla flessibilità in entrata, l’emendamento all’articolo 46 del dl Sviluppo modifica la riforma del lavoro voluta dal ministro Elsa Fornero in diversi punti. Si accorciano gli intervalli tra un contratto e l’altro per i lavoratori stagionali; i tempi dell’intervallo sono rimandati alla contrattazione; viene agevolato l’uso del contratto di apprendistato; cambiano i criteri per valutare se la partita Iva è autentica o meno: la collaborazione con lo stesso committente dovrà avere una durata complessiva superiore a otto mesi per due anni consecutivi e non più per uno solo con un importo finanziario di 18mila euro, sempre su due anni. E ancora: i percettori di sussidi potranno integrare il reddito solo nel 2013 e per un massimo di 3mila euro per anno solare e viene prorogata fino al 31 dicembre del 2014 l’uso della mobilità nelle regole attuali. L’emendamento posticipa inoltre di un anno (il 31 ottobre del 2014 invece del 2013) il confronto del governo con le parti sociali per ”una ricognizione delle prospettive economiche e occupazionali in essere alla predetta data”. Viene congelato l’aumento dei contributi previdenziali che rimane al 27% nel 2013 per le partite Iva e le gestioni separate; c’è però un’accelerazione di un punto per coloro che hanno la pensione accumulata al reddito: questi ultimi arriveranno comunque al 24% ma vi sarà un’anticipazione: dal 2018 inizialmente prevista al 2016. Infine, i contratti a tempo determinato fino a sei mesi vengono esclusi dal computo dell’organico delle aziende.