Imprese: “Non c’è alternativa all’euro, serve una governance europea più forte”

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‘Si esce dalla crisi solo con piu’ Europa. Non c’e’ alternativa credibile e di progresso, economico, sociale e civile, all’euro”. E’ quanto affermano le organizzazioni delle imprese (Confindustria, Ania, Abi, Rete Imprese, Alleanza cooperative), nella bozza di ”patto per l’Italia e per l’Europa” in 10 punti. “La crisi di oggi è una crisi di fiducia verso l’Ue come entità politica ed economica”. La risposta deve esser perciò politica, unitaria e andare nel senso di scelta federale”. La crisi che stiamo vivendo, aggiungono le imprese, “non deve essere letta in termini puramente congiunturali. Essa non e’ il frutto di una debolezza intrinseca dell’Unione europea in quanto area economica aggregata: nel suo complesso l’Unione presenta indicatori economici ben piu’ solidi di quelli vantati da altre macroregioni mondiali. Le carenze della governance europea, presenti fin dall’origine della sua costruzione, fanno si’ che le debolezze dei singoli paesi prevalgano nella valutazione dei mercati rispetto alla forza dell’aggregato europeo e le divergenze tra i paesi sul processo e sulle soluzioni alla crisi aumentano la percezione di fragilita’ della costruzione”. La crisi, sostengono ancora Confindustria, Abi, Ania, Alleanza Coop e Rete Imprese “e’ globale ma nell’Eurozona e’ stata aggravata dalla mancanza di coraggio e visione di lungo periodo e dal persistere di egoismi nazionalistici. Negli ultimi anni e’ venuta meno la spinta propulsiva che ha portato all’Unione monetaria, un’Unione che e’ l’inizio di un percorso di una piu’ ampia integrazione e non il termine di un processo.Perche’ tutto questo non venga vanificato, con evidenti risvolti sul benessere economico, sul nostro diffuso tessuto imprenditoriale e sulla stessa coesione sociale occorre una scossa”. In Europa “bisogna creare le condizioni per realizzare una vera entita’ federale, che superi l’euroburocrazia e sia in grado di assumere una dimensione politica e una capacita’ di attuare una strategia di riforme di lungo corso, ma occorre soprattutto che le decisioni approvate nei vertici trovino pronta attuazione”.