L’analisi dell’andamento delle economie territoriali è fondamentale per comprendere le diversità e le tipicità delle realtà regionali e provinciali. “Le differenze territoriali nelle performance di crescita – ha osservato il direttore dell’Ufficio Studi Mariano Bella – dipendono dalla dotazione di fattori di produzione e dal contesto più o meno efficiente che ne consente l’adeguato sfruttamento. Su questo punto c’è molto nel rapporto. Per fare le previsioni di valore aggiunto territoriale quasta volta nel modello abbiamo inserito anche la variabile accessibilità delle province, cosa che dipende anche dalla quantità e dalla qualità delle infrastrutture”. “L’indice di accessibilità nel Sud è un quarto circa rispetto al Nord-est e un sesto rispetto al Nord-ovest. Il capitale produttivo pro capite è meno della metà della media. E così via. I divari non si possono ridurre. Sotto il profilo previsionale gli aspetti peggiori riguardano gli anni della crisi e del dopo crisi, se così possiamo chiamare il biennio 2010-2011. anche in previsione i divari non si riducono”. “Con queste premesse e stante la contrazione dei livelli di attività economica su base nazionale,naturalmente su base regionale le differenze risultano enfatizzate. In nessuna regione italiana i livelli di valore aggiunto reale pro capite nel 2013 torneranno alla dimensione del 2007, cioè prima della crisi. In 4 regioni, il balzo all’indietro è stato così profondo che esse non recuperano neppure i livelli del 1995. la Lombardia, che da sola pesa per oltre un quinto del Pil italiano, è ai livelli del 1995. Mediamente, l’Italia ha perso un decimo della sua capacità pro capite di produzione rispetto al 2007. Sta sopra del 3,9% rispetto al 1995 ed è quindi tornata ai livelli del 1997, come purtroppo già sappiamo. E come già sappiamo, se qualche regione del Mezzogiorno vi pare andare meglio, anzi meno peggio, di qualche regione del Nord, è soltanto perché è ripresa la migrazione di potenziali lavoratori da Sud verso Nord, e quindi il denominatore del rapporto si riduce. Il Sud si sta svuotando di forza lavoro”. “Per curiosità evidenziamo due gruppi di province, quello delle prime in graduatoria per VA pro capite e quello delle ultime sette in graduatoria. Milano è al primo posto e al primo posto stava anche nel 2000. Roma si posiziona al settimo posto, guadagnando una posizione. Ci sono province che, pure nella crisi globale, guadagnano posizioni relative, come Mantova e Bolzano. Al contrario, Foggia e Trapani perdono posizioni in graduatoria. Tra le sette province a minore valore aggiunto pro capite, cinque sono siciliane o calabresi”.