CDP ha comunicato modifiche in grado di risolvere le preoccupazioni concorrenziali sterilizzando il rischio che l’operazione possa favorire il realizzarsi di equilibri collusivi in vista dei futuri confronti competitivi.
Via libera dell’Antitrust all’acquisizione, da parte di Cassa Depositi e Prestiti, del 30% meno un’azione del capitale sociale di Snam detenuto da Eni. L’Autorità, nella riunione dell’8 agosto 2012, ha infatti deciso di autorizzare l’operazione alla luce delle modifiche alla governance presentate nei giorni scorsi da CDP, relative alle sue partecipazioni in Italgas (tramite Snam) e in F2i (che controlla indirettamente Enel Rete gas). Il nuovo assetto comunicato è in grado di risolvere le possibili preoccupazioni concorrenziali derivanti dall’operazione in relazione al mercato delle gare per la distribuzione del gas che si svolgeranno a scaglioni, a partire dai prossimi mesi e fino al 2016: le gare riguarderanno l’affidamento del servizio di distribuzione per 12 anni in 177 ambiti sovracomunali. Italgas e Enel Rete, unici ad avere una presenza in oltre il 70% degli ambiti oggetto di gara, appaiono i soli operatori, allo stato, in grado di adottare una strategia di partecipazione alle future gare su scala nazionale. Le misure di governance appaiono tuttavia in grado di sterilizzare il pericolo che l’operazione possa facilitare l’elaborazione, da parte delle due società, di politiche congiunte nella partecipazione alle gare
Le misure di governance presentate sono:
A) per la partecipazione di minoranza detenuta in F21, CDP si asterrà dal partecipare ai processi decisionali del gruppo in materia di gare per la distribuzione del gas attraverso le seguenti misure:
1) nessun membro del CdA di F2i che sia, al contempo, membro del CdA o dipendente di CDP, prenderà parte alla discussione e alla votazione delle delibere di F2i relative a F2i Reti ed aventi direttamente ad oggetto il settore della distribuzione del gas naturale; nessun membro del Comitato Investimenti di F2i il quale sia, al contempo, membro del CdA o dipendente di CDP, prenderà parte alle attività del Comitato Investimenti relative a F2i Reti ed aventi direttamente a oggetto il settore della distribuzione di gas naturale;
2) nessun soggetto che si trovi in rapporti di lavoro subordinato o autonomo con CDP, o sia membro del CdA di CDP, accetterà incarichi in F2i Reti o in società da questa controllate;
B) per la propria partecipazione indiretta in Italgas, tramite Snam, CDP assicurerà l’indipendenza di Italgas in materia di partecipazione alle gare per la distribuzione promuovendo il ruolo di soggetti indipendenti negli organi direttivi di Italgas e formalizzando procedure decisionali interne che tutelino l’autonomia di Italgas; in particolare:
1) il CdA di Italgas passerà da tre a cinque componenti, due dei quali indipendenti, e per le decisioni relative alla partecipazione alle gare servirà una maggioranza di 4/5 del CdA;
2) i componenti del CdA di Italgas non potranno essere dipendenti CDP o avere significative relazioni commerciali con CDP;
3) dovrà essere formalizzata nei documenti interni di Snam e Italgas, la regola, ad oggi esistente, secondo la quale le scelte di Italgas in materia di partecipazione alle gare per l’affidamento del servizio di distribuzione del gas naturale non siano oggetto di discussione o preventiva approvazione da parte del CdA di Snam.
L’operazione non crea invece preoccupazioni di carattere orizzontale in nessuno degli altri mercati dove opera Snam: in alcuni casi (trasporto e dispacciamento di gas, stoccaggio di gas e di flessibilità) infatti,CDP non è presente. Nell’unico mercato nel quale è già attiva (il mercato delle infrastrutture per l’importazione di gas, dove detiene il controllo congiunto del gasdotto TAG), CDP, acquisendo il controllo del rigassificatori di Panigaglia, continuerà a essere il secondo operatore: si tratta in ogni caso di infrastrutture soggette alla regolazione comunitaria e nazionale in materia di accesso dei terzi e di tariffe.
L’Autorità, infine, ha considerato che non costituissero un elemento di preoccupazione gli effetti verticali che potrebbero scaturire dal fatto che CDP, detenendo una quota significativa (29%) delle azioni di Eni (attiva nei mercati della vendita di gas ai clienti termoelettrici) possa essere tentata di gestire Snam, in modo da massimizzare i risultati di Eni: l’operazione comporta infatti il passaggio da una situazione di integrazione verticale piena tra Eni e Snam (e le sue società controllate) a una situazione in cui il legame verticale è molto meno stringente, perché dipende solo dalla partecipazione detenuta da CDP in Eni. L’operazione comporta in sostanza un miglioramento rispetto al precedente stato di fatto.
L’unica eccezione poteva essere costituita dalla società che gestisce la rete di trasporto (Snam Rete Gas) per la quale, prima dell’operazione, l’integrazione verticale con Eni risultava mitigata dalla separazione funzionale (secondo il modello dell’Independent Transmission Operator – ITO) imposta dalla normativa. A giudizio dell’Autorità, tuttavia, anche se l’operazione comporterà la scomparsa dei vincoli attuali sulla gestione di Snam Rete Gas, il residuo conflitto di interessi generato dalla partecipazione di CDP in Eni sarebbe praticamente privo di effetti: infatti sia la gestione sia il piano di sviluppo della rete di trasporto sono assoggettati a una pervasiva regolazione che prevede l’intervento di numerose istituzioni (Autorità di Governo, regolatore di settore e enti territoriali) e al vincolo a perseguire, nell’interesse generale, un obiettivo di politica energetica finalizzato alla realizzazione di un mercato liquido del gas naturale nell’area mediterranea.