Mutui, il 27% ha bisogno di un garante

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Non c’è mutuo senza garante: in un periodo in cui ottenere denaro dalle banche è davvero difficile, il ricorso a figure di garanzia e sostegno alla richiesta del finanziamento diventa una pratica consolidata. Secondo le analisi del broker online Mutui.it (www.mutui.it) il 27% dei mutui erogati negli ultimi sei mesi vedeva la presenza di un garante.
L’indagine, condotta analizzando l’erogato del periodo aprile-settembre del 2012, rivela la difficoltà di “farcela da soli”: se il 47% dei mutui che le banche hanno deciso di finanziare è cointestato a due soggetti, oltre un mutuo su quattro ha bisogno di una figura esterna che garantisca il costante pagamento delle rate. Interessante, poi, è che il 6% dei mutui concessi prevede tanto un garante, quanto un cointestatario.
«Solo cinque anni fa – spiega Lorenzo Bacca, responsabile business unit di Mutui.it –persone relativamente vicine al mutuatario, come un amico, il datore di lavoro o il proprio partner (anche non convivente) potevano essere validi candidati ad assumere il ruolo di garante; oggi vengono riconosciuti come idonei solo soggetti con comprovati ed ufficiali legami di parentela: sono i genitori, nello specifico, le persone maggiormente coinvolte».
Analizzando nel dettaglio il mutuo con garante, il quadro che emerge è il seguente: la richiesta media è pari a 143.000 euro – quindi una cifra più elevata rispetto alla media dei mutui italiani (pari a poco più di 120.000 euro) – da restituire in 24 anni. Il loan to value, vale a dire la parte del costo dell’immobile che verrà pagata con il mutuo, è del 59%. Mentre l’età media del mutuatario è di 37 anni, quella del garante è più elevata, arriva a 51 anni.
Nel 74% dei casi analizzati, il finanziamento è legato all’acquisto della prima abitazione, mentre solo il 4% delle richieste riguarda la seconda casa: una riprova del fatto che si ricorre al coinvolgimento di una figura di garanzia soprattutto in caso di vera necessità, non di investimento. Sommando i mutui liquidità ai prestiti di rifinanziamento di mutui già esistenti, arriviamo a identificare circa il 18% del campione: una percentuale piuttosto elevata, espressione di una difficoltà che è sotto gli occhi di tutti.
Il tasso più comune dei mutui con garante è indubbiamente quello variabile, scelto dal 60% del campione; il tasso fisso, invece, arriva solo al 34%. Interessante notare, infine, che mentre lo stipendio del primo intestatario si aggira attorno ai 1.400 euro, quello del garante è sensibilmente più elevato, arrivando a una media di 1.900 euro.
Il garante è la figura che “rassicura” la banca circa la disponibilità del denaro nel caso di difficoltà economica del mutuatario: come tale, deve poter contare su una certa disponibilità economica, attraverso il suo reddito o le sue proprietà. Ma quali criteri applicano le banche per decidere in merito all’attendibilità del garante presentato?
«Alla banca – spiega Bacca – spetta il compito di sondare la situazione finanziaria del garante, per capire se, in caso di dissesto, costui possa permettersi di sobbarcarsi le rate da pagare. L’assenza di ulteriori garanzie, vale a dire il non essere garante di altri finanziamenti in corso, rappresenta un elemento a favore del richiedente mutuo. Altro requisito da tenere a mente è l’età: non può superare gli 80 anni, in caso contrario per le banche il soggetto non è quasi mai ritenuto una valida garanzia.»