LA TOP 10 DELLE IMPOSTE PIÙ ODIATE DAGLI ITALIANI NEL 2012
1. IVA
2. IMU
3. Aggio esattoriale
4. Accise su benzina, energia elettrica e metano
5. Canone Rai
6. TIA/TARSU
7. Bollo auto
8. Contributi consorzi di bonifica
9. Ticket sanitari
10. Imposte sui redditi/Irap
ROMA – Questa è nuova la top ten delle imposte più odiate dagli Italiani. Lo studio, effettuato dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di Krls Network of Business Ethics per conto Contribuenti.it Magazine dell’Associazione Contribuenti Italiani è stato condotto su un campione casuale di cittadini maggiorenni residenti in Italia, intervistati telefonicamente nella prima settimana di ottobre.
Come si evidenzia nella classifica, la tassa più invisa agli Italiani è l’IVA che, con l’aumento delle aliquote dal 21% al 22% e dal 10% all’11%, scala la classifica della top ten di ben 7 posizioni rispetto al 2011.
Al secondo posto si colloca l’IMU che ha inciso considerevolmente nel 2012 nel bilancio familiare.
Al terzo posto si colloca l’aggio esattoriale percepito dagli Agenti della riscossione che, unitamente agli interessi della riscossione, viene considerato anche l’imposta più ingiusta.
Il quarto posto viene occupato dalle accise su benzina, energia elettrica e metano che quest’anno hanno fatto lievitare sensibilmente il costo del carburante fino a farlo diventare il più caro in Europa.
Al quinto posto si piazza il Canone Rai che è risultato anche l’imposta più evasa dagli italiani.
Dal sondaggio è emerso che due cittadini su tre pensano che il Canone Rai sia un “abbonamento annuale” e non una tassa.
In generale le imposte più odiate sono quelle sono indirette, che si pagano senza tener conto del reddito pro capite.
Se, infatti, sembra logico da parte del cittadino partecipare al prelievo fiscale collettivo in maniera progressiva rispetto al reddito percepito durante l’anno, non sembra altrettanto accettabile vedersi tassare ripetutamente in base ai consumi. Tale imposizione colpisce il cittadino senza tener contro della propria capacità contributiva in dispregio al dettato costituzionale.
Infatti, paradossalmente, le imposte indirette incidono maggiormente sulle famiglie più povere anziché su quelle più benestanti.
In alcuni casi, poi, addirittura si assiste ad una doppia imposizione indiretta come nel caso dell’applicazione dell’IVA sulle accise presente sull’acquisto di carburante o nel consumo di energia elettrica.
Solo 1 cittadino su 5 capisce perché paga le tasse. 4 cittadini su 5 si considerano sudditi di una amministrazione finanziaria troppo burocratizzata che viola i diritti dei contribuenti.
Ciò che incentiva maggiormente l’evasione fiscale in Italia, che nel 2012 si conferma al primo posto in Europa con il 21% del prodotto interno lordo evaso pari a 340 MLD di euro ed è cresciuta del 15,3% raggiungendo – considerando anche l’evasione derivante dall’economia criminale – la cifra astronomica di 180,9 miliardi di euro all’anno, sono gli sprechi di denaro della pubblica amministrazione, la sua inefficienza, la scarsa qualità dei servizi offerti che unitamente alle violazioni allo statuto dei diritti del contribuente, i mancati rimborsi fiscali, il fisco lunare e l’inefficacia delle esattorie rendono superfluo la gran parte del lavoro fatto nella lotta all’evasione fiscale dalla Guardia di Finanza e dalle Agenzie fiscali. Le esattorie, ogni anno, riscuotono per gli enti impositori, meno del 10% di quanto accertato.
Dallo studio emerge anche che in Italia l’economia sommersa è circa il doppio di quella della Francia e della Germania. Nella speciale classifica delle economie sommerse, l’Italia è seguita dalla Grecia con il 20,8%, Romania con il 19,1%, Bulgaria con il 18,7%, Slovacchia con il 17,2% e Cipro con il 17,1%.
I principali evasori in Italia sono gli industriali (32,7%) seguiti da bancari e assicurativi (32,2%), commercianti (10,8%), artigiani (9,4%), professionisti (7,5%) e lavoratori dipendenti (7,4%).
A livello territoriale l’evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (31,4% del totale nazionale), seguito dal Nord Est (27,1%). dal Centro (22,2%) e Sud (19,3%).
Perché si evade? Dall’indagine condotta per Contribuenti.it Magazine è emerso che il 42% dei contribuenti evade per l’insoddisfazione verso i servizi pubblici erogati dallo stato a fronte dell’alto prelievo fiscale, per il 39% per la complessità delle norme (fisco lunare) ed il mancato rispetto dei diritti dei contribuenti e solo il 19% per la scarsità dei controlli o per mancanza della cultura della legalità.
Inoltre, l’84,7% degli intervistati ritiene che il nostro sistema fiscale favorisce l’evasione. Un cancro che per il 66,7% degli italiani è da estirpare, risposta che raggiunge punte del 70,3% nel Sud e del 69,6% nel Centro.
“Per combattere l’evasione fiscale bisogna privilegiare i controlli sostanziali sui grandi contribuenti anziché quelli formali fatti sui lavoratori dipendenti/ autonomi – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – E’ necessario riformare il fisco italiano e la riscossione dei tributi, istituendo Lo Sportello del Contribuente presso tutti gli organi diretti ed indiretti della pubblica amministrazione, seguendo ciò che avviene nei principali paesi europei. I grandi contribuenti sono diventati maestri nell’evasione fiscale e la stanno esportando anche negli altri paesi europei. Serve una rivoluzione etica che coinvolga l’intero Paese. Solo chi paga regolarmente le tasse deve poter partecipare ai bandi pubblici o ai finanziamenti agevolati”.