Il ministro del Tesoro Grilli se l’è lasciato sfuggire durante il talk show di sistema “Ballarò”. “Gli italiani hanno un tenore di vita troppo alto, un livello di consumi troppo alto e per questo noi abbiamo aumentato l’Iva”. Detto così sembra un tecnicismo economico, probabilmente innocuo. E invece nasconde una delle più feroci politiche che i grandi poteri, per il tramite del governo tecnico italiano, vogliono somministrare al popolo italiano. Qualcuno l’ha chiamata la “cinesizzazione” dell’Italia. Detta in soldoni si tratta di impoverire sistematicamente le famiglie italiane usando la leva fiscale. Il governo Monti è andato sinora diritto su questa direzione. Ha colpito il rilevante patrimonio immobiliare degli italiani, con una patrimoniale come l’Imu. Ha aumentato a dismisura i prezzi della benzina, che colpiscono soprattutto i ceti medi (chi ha la Porsche non bada troppo al costo della benzina e alle sue variazioni). Ha aumentato l’Iva, tassa che colpisce di più i più poveri. Insomma il disegno è chiaro. Con la scusa dei conti pubblici si attua una strategia macroeconomica di riduzione del tenore di vita delle famiglie italiane. Se si abbina a questa strategia anche la riforma del mercato del lavoro e delle pensioni della piangente Fornero la quadratura è fatta. Più precarietà, salari più bassi e pensioni più basse da un lato; costi dei beni e dei servizi sempre più alti a causa delle tasse dall’alto; il combinato disposto delle due misure porta ad un impoverimento generalizzato della popolazione italiana. Perché questa strategia? Perché è l’unica che permette alle élite al vertice, alla grande finanza di poter mantenere il proprio potere e la propria ricchezza se non di incrementarla. Il ragionamento è di una semplicità, e di un cinismo, sorprendente. L’Italia ha troppi debiti, causati da eccessi di spesa pubblica. Ci sono due contenitori da cui prelevare ricchezza per rimettere il sistema in equilibrio. Da un lato milioni di piccoli soggetti con piccoli patrimoni e redditi e dall’altra migliaia di grandi soggetti con grandi, se non enormi, patrimoni e redditi. Va precisato anche che gran parte della spesa pubblica fuori controllo ha arricchito proprio i soggetti con grandi patrimoni (politici, banchieri, finanzieri, massonerie laiche e cattoliche). Cosa fa allora il governo tecnico? Prende ai primi, impoverendoli, per non toccare i privilegi dei secondi. Ma se si farà così si distrugge il tessuto produttivo di una nazione?, direbbe qualcuno. “Echissenefrega!”, risponderebbero gli strateghi della Trilaterale o del gruppo Bildeberg. Un popolo povero infatti è un popolo più gestibile, con poca spesa, di un popolo benestante. Basta il controllo dei mezzi di comunicazione di massa (che è tutto in mano in Italia all’élite di potere) e fornire ogni tanto qualche frumentationes, qualche piccola carota dopo le bastonate. E’sempre una questione di economia, alla fine. Se sei povero un euro in più che ti arriva ti fa molto più felice di quando sei ricco o benestante. E quindi il governo potrà creare consenso, una volta impoverita la popolazione, con quattro centesimi. E soprattutto potrà far diventare ancora più ricche e potenti le élite al potere che controllano la politica e l’economia italiana. Va quindi sinceramente ringraziato il ministro Grilli per aver fornito uno spaccato sulle vere intenzioni dell’attuale classe al governo dell’Italia.
Pietro Colagiovanni