In cinque anni hanno abbassato la saracinesca quasi 112mila botteghe artigianali, con una perdita di 248mila posti di lavoro. A fare i conti della crisi è il Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di Krls Network of Business Ethics per Contribuenti.it Magazine dell’Associazione Contribuenti Italiani.
Per quanto riguarda il settore artigianato, nel periodo 2007- 2011 le iscrizioni sono state 374.920, mentre le cancellazioni sono state 487.310: 112.390 botteghe artigianali in meno, con una perdita di oltre 248mila posti di lavoro.
Al primo posto tra regioni dove si è registrato il maggiore decremento troviamo il Friuli V-Giulia, seguito dalla Campania, Valle d’Aosta, Molise, Sicilia, Abruzzo, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Veneto, Lazio, Puglia, Calabria, Liguria, Umbria, Trentino-A.Adige, Sardegna, Basilicata, Piemonte e Marche.
Per Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, occorre operare per una rapida inversione di tendenza agendo soprattutto sulla leva fiscale, sull’accesso al credito, sugli ammortizzatori sociali e soprattutto sui piani commerciali che debbono valorizzare e premiare l’artigianato, lustro del made in Italy nel mondo.
“Di fronte alla chiusura di 112mila botteghe artigianali” – commenta Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – ”è impensabile che il governo non intervenga con una moratoria fiscale per gli artigiani, inserendo anche il comparto artigianale tra quelli in crisi, prevedendo finanziamenti agevolati per tutto il settore delle arti e delle professioni”.