Le frodi creditizie non sentono la crisi: 9.000 casi nel primo semestre 2012

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Boom di casi tra gli under 30: 29,8% del totale. La metà delle frodi viene scoperta dalle vittime solo dopo più di un anno. Le evidenze che emergono dalla nuova edizione dell’Osservatorio sulle frodi creditizie.

Il fenomeno delle frodi creditizie, che si realizza mediante furto di identità ed il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene, in Italia si conferma avere dimensioni di assoluto rilievo pur senza destare un adeguato allarme sociale.
In effetti, nonostante la crisi economica e il conseguente calo del credito richiesto ed erogato alle famiglie italiane, le frodi creditizie non accennano minimamente a diminuire e nel primo semestre 2012 sono state intercettati oltre 9.000 casi.
Inoltre, dalle elaborazioni prodotte da CRIF nell’ambito della nuova edizione dell’Osservatorio sulle frodi creditizie emerge anche che nei primi 6 mesi dell’anno in corso il rapporto tra il numero di frodi creditizie e il numero di linee di credito erogate è cresciuto del +17,9% rispetto al primo semestre 2011.

Ma perché le frodi non sono in crisi? In realtà i motivi principali per cui si cade facilmente vittima di frode creditizia tramite furto d’identità sono molteplici: la facilità per i criminali ad accedere a informazioni personali e riservate altrui attraverso documenti cartacei o in formato digitale, la quasi certezza per i frodatori di non incorrere in rischi e/o sanzioni particolarmente severe, la difficoltà degli istituti di credito nel verificare la rispondenza dei dati e, soprattutto, la scarsa conoscenza del problema tra i cittadini con la conseguente difficoltà di tutelarsii adottando comportamenti virtuosi o adeguati sistemi di protezione.

“In Italia, le frodi creditizie si confermano essere in costante ed inesorabile crescita, ma purtroppo non aumenta parallelamente la consapevolezza di questo fenomeno criminale tra i consumatori – spiega Beatrice Rubini, Direttore Personal Solutions & Services di CRIF -. Per altro, i dati dell’Osservatorio dimostrano che sono soprattutto gli under 30 ad essere maggiormente colpiti dal furto d’identità e dalle frodi creditizie. Eppure sono proprio i giovani che, almeno teoricamente, dovrebbero avere una maggiore sensibilità verso questa tipologia di crimine, in quanto particolarmente esposti alla circolazione di propri dati personali, in particolare sul web. Al contrario, molto spesso dimostrano di non conoscere nemmeno il significato di furto d’identità, o di sottostimare la frequenza con cui si verificano queste forme di frodi. Essere consapevoli dell’esposizione dei propri dati personali sul web, ad esempio, potrebbe rappresentare il primo passo per evitare di scoprire troppo tardi di essere vittima di furto di identità, con i relativi danni che ciò può creare alla gestione delle proprie finanze e alla possibilità di accedere al credito”.

Entrando nel dettaglio delle singole forme tecniche, i prestiti finalizzati continuano ad essere presi particolarmente di mira dai frodatori, con un’incidenza dell’82,4% sul totale dei casi (+5,4% rispetto al 2011). Si è invece registrata una significativa diminuzione dei casi registrati sulle carte di credito a saldo (-35% rispetto al 2011).

Tipologia di finanziamento oggetto di frode

Fonte: CRIF

Per quanto riguarda le fasce d’importo, rispetto al passato emerge una forte crescita delle frodi di importo inferiore ai 1.500 € (+45,4%). Questa tendenza, in linea con l’elevata incidenza sul totale dei prestiti finalizzati, si spiega con il fatto che i finanziamenti di piccolo importo, specie se erogati non allo sportello della banca o della società finanziaria ma direttamente presso gli esercizi commerciali, si caratterizzano per tempi di erogazione più rapidi e controlli meno sofisticati sull’identità del richiedente credito.

Relativamente alla distribuzione per genere, l’analisi di CRIF mette in luce come nei primi sei mesi del 2012 quasi i due terzi delle vittime siano state uomini (il 65,1% del totale), confermando nella sostanza la tendenza delle precedenti rilevazioni.
Sotto il profilo socio-demografico, invece, il maggior numero di vittime si concentra nella classe di età compresa tra 18 e 30 anni (con il 29,9% del totale), con un tasso di crescita decisamente elevato rispetto al corrispondente semestre 2011 (+36,2%).

La ripartizione delle frodi per regione mostra una maggiore incidenza del fenomeno in Campania, Lombardia, Sicilia e Lazio, seguite da Puglia ed Emilia Romagna. Si tratta fondamentalmente delle stesse regioni che anche nel I semestre 2011 occupavano i primi posti di questa poco invidiabile classifica.
In fortissima crescita l’incidenza di frodi avvenute in Basilicata (+29,5% rispetto al I semestre 2011) e in Campania (+19,6%).

Fonte: CRIF

Attraverso un’analisi effettuata su un campione significativo di frodi creditizie accertate, l’Osservatorio CRIF entra anche nei dettagli dei meccanismi utilizzati dai frodatori. In particolare, emerge che nel 70% dei casi il documento utilizzato per richiedere credito a nome altrui è stato una carta di identità totalmente falsa, che non presentava una numerazione congruente al comune di emissione della stessa. Nel 5% dei casi, invece, il truffatore ha utilizzato un documento apparentemente valido nella numerazione, ma non riconducibile alla vittima. Negli altri casi, invece, il documento utilizzato risultava smarrito o rubato, oppure era clonato e riportava gli stessi dati del documento originale della vittima.

Altro dato allarmante che emerge dallo studio riguarda i tempi di scoperta della frode (tempi di detection), che si confermano essere piuttosto lunghi: 1 frode su 2, infatti, viene intercettata dopo oltre un anno dal’evento, mentre le frodi creditizie scoperte dopo più di 5 anni sono cresciute del 44% rispetto al recente passato.
Questo aspetto risulta particolarmente delicato poiché tanto più si allungano i tempi di scoperta quanto plausibilmente maggiori saranno le difficoltà che la vittima incontrerà nel ripristinare la propria posizione creditizia, senza considerare che molto più limitate saranno le possibilità di individuare l’autore del crimine. Inoltre, con l’allungarsi dei tempi di detection può peggiorare, anche termini di responsabilità legale, la posizione dell’Istituto che ha erogato il finanziamento nei confronti della vittima di furto d’identità.
Aumentano anche le frodi scoperte dopo più di un mese ma entro i 6 mesi dall’erogazione (+27%). Tale dato è riconducibile al fatto che spesso la frode viene scoperta dai consumatori a fronte delle prime azioni di sollecito o di recupero dei crediti seguenti ai primi mancati pagamenti del finanziamento erogato.
“La sofisticazione con cui vengono attuate le frodi creditizie tramite furto d’identità è sempre maggiore – illustra Maria Luisa Cardini, Senior Business Consultant di CRIF- e i dati che emergono dall’Osservatorio CRIF purtroppo confermano un trend in costante crescita. Del resto è facile per i frodatori reperire informazioni personali altrui, specie online, anche grazie ai siti di social network, che da questo punto di vista sono delle vere e proprie miniere di dati personali, spesso forniti dagli utenti stessi con scarsa attenzione alle possibili conseguenze. Con questi dati, poi, la tecnica più utilizzata dai frodatori consiste nel produrre documenti falsi e tentare la frode soprattutto su prestiti finalizzati di piccolo importo, spesso erogati direttamente presso i punti vendita e, quindi, soggetti a controlli meno approfonditi rispetto ai finanziamenti erogati presso gli sportelli degli Istituti di credito”.