Mario Monti? Prima si leva dalle palle, meglio è …

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La notizia delle dimissioni di Mario Monti ha gettato nel più profondo cordoglio tutto quell’agglomerato di poteri forti e meno forti che intorno al professore bocconiano si era aggrumato. Repubblica, Corriere della Sera, Sole 24 Ore, Rai 1-Rai 2 Rai3-Rai-n, La7 e tutto l’apparato mediatico preposto al sistematico lavaggio del cervello agli italiani è come scosso. Santo Monti ha annunciato le dimissioni, lo spread si innalzerà, l’Italia franerà.

Peccato però che, sfrondando la poderosa e goebbelsiana macchina propagandistica costruita su Mario Monti, la realtà ci dice che prima gli italiani si libereranno di Mario Monti e del suo governo tecnico, meglio sarà. Di tecnico il governo Monti non ha mai avuto niente, se non la tecnica scellerata di chi porta avanti un disegno politico lucido ma criminale: impoverire gli italiani, impoverire la classe media. Mario Monti non agiva per sé ma per conto terzi. La vita di Mario Monti, la sua storia personale ci dicono che lo stesso, lungi dall’essere un brillante professore di economia (nessun testo rilevante o idea originale in quel campo gli può essere ascritta) è un soldato diventato poi generale di un esercito nascosto ma efficiente. L’esercito della grande finanza americana quella laica e tendenzialmente massone ( o quantomeno adusa ad utilizzare tecniche di dissimulazione, nel Dna dei fratelli muratori).Monti è sempre stato leale al suo datore di lavoro e lo stesso lo ha sempre ripagato e sostenuto anche quando ci sono state difficoltà impreviste (vedi il caso della Commissione Europea 1999 su https://www.negozioterminus.it/2011/11/14/mario-monti-e-quelle-dimissioni-da-commissario-europeo-del-1999%E2%80%A6/) Un gruppo di uomini che, in ragione della propria enorme disponibilità di capitali, governa il mondo, Stati Uniti inclusi. Monti ha lavorato con Goldman Sachs, fa parte del gruppo Bildeberg e, nel pieno di una gravissima crisi, non ha trovato di meglio che andare un fine settimana ad Aspen, in Colorado per un summit con tutti i maggiori finanzieri a stelle e strisce. Ma quella era la sua casa, il suo quartier generale, quello che gli ha dato una ricchezza personale e familiare importante ed ha provveduto a sistemare, oltre che lui, anche i suoi figli (tutti manager in importanti realtà economiche e finanziarie).Insomma quando il capo chiama bisogna accorrere. La logica di Monti e dei suoi ministri (gente di cui stupisce spesso l’insipienza, a volte l’ignoranza, più frequentemente tutte e due le cose insieme) non è una logica che tiene conto delle reali necessità del popolo italiano. Quello è un dettaglio, un fastidio, spesso un ostacolo da superare, aggirare o rimuovere. Monti lavora per il re di Prussia, per coloro che detengono il potere mondiale, quelli che in un pranzo in un albergo di New York decretarono la fine dell’euro e la necessità di cambiare governi negli stati europei più deboli o indebitati. Monti è l’uomo che, sostenuto da una fitta trama di complicità e di interessate compiacenze, supportato anche dai servizi segreti americani (quelli che hanno sistematicamente impostato una politica di demolizione di Berlusconi) ha l’incarico di rendere l’Italia una provincia pacata, sicuramente più povera ma che non crei più problemi all”impero finanziario globale. L’arma da usare è lo spread una misura senza alcun senso logico ma manovrabile a piacimento dai signori della finanza mondiale (sono loro infatti a stabilire a che tasso prestare i soldi e, quindi, a decidere lo spread) In questo Monti ha trovato il sostegno di un Presidente della Repubblica, Napolitano che ha nelle sue corde la dissimulazione e la trama di potere, uno che nel 1956 salutava i carri armati sovietici in Ungheria come fonte di stabilità politica mondiale. Ora il discorso riguarda noi italiani. Un governo che ha puntato dritto sui portafogli, che ha impoverito gli italiani con Imu, rincari di benzina e Iva (tutte tasse regressive, che colpiscono cioè in modo più acuto i più poveri), che non ha tagliato alcun privilegio ma anzi li ha incrementati (l’obbligo delle gomme termiche, solo per narrare un dettaglio che nasconde una logica, farà la felicità della Pirelli di Tronchetto Provera) che acquista F35 ma taglia i pronto soccorso sarà utile al grande capitale mondiale ma è disastroso per l’Italia come nazione (svuotata di ogni possibilità di scelta) e come popolazione (sempre più povera e rincoglionita dal kombinat mediatico che osanna Monti e i suoi scherani). E allora Monti si dimette?Evviva, prima si leva dalle palle meglio è.

Pietro Colagiovanni