Decreto Debiti PA: ecco come tutelarsi per ottenere il saldo delle fatture

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Sbloccati i crediti che le imprese vantano nei confronti della Pubblica Amministrazione, ora resta da capire come poter ottenere quanto si spetta. Scorrendo gli articoli che compongono il decreto, è possibile individuare le procedure che si dovranno seguire in questi casi. Ricordiamo che le PA che hanno già una liquidità disponibile, nel frattempo che si decreti la possibilità di sforare il Patto di stabilità interno, possono iniziare ad effettuare i pagamenti di tutti i debiti maturati fino al 31 dicembre 2012 e di cui si abbia fattura o altro documento di richiesta di pagamento. Le prestazioni che saranno saldate sono tutte quelle che sono state già effettuate e riconosciute dalla PA stessa. Si tratta di una dotazione finanziaria totale di 40 milioni di euro spalmati nei prossimi due anni e che verrà distribuita nel seguente modo: pagamenti fino ad un massimo di 5 miliardi per gli enti locali; 1,4 miliardi per le Regioni; 500 milioni per le amministrazioni centrali. Inoltre, verrà stabilito un Fondo unico per garantire alle PA una adeguata copertura economica.
Secodno il decreto, il grosso del lavoro per certificare questi debiti deve essere fatto dagli enti statali stessi. Un lavoro estremamente delicato in quanto garantirebbe all’impresa di rientrare delle somme anticipate a nome dello Stato. Affinchè le aziende non si vedano escluse dall’elenco dei creditori o ridotti gli importi del debito diventa importante, a questo punto, che si accertino, per quanto loro possibile, che la PA segua per bene tutte le procedure. In particolare, sarà bene che le imprese facciano richiesta per ottenere la “certificazione dei crediti”, un documento non obbligatorio ma che tutela da eventuali disguidi burocratici. Il primo passo da fare, infatti, per Comuni e Province è quello di comunicare, entro il 30 aprile, l’ammontare dei importi dovuti e, quindi, la somma a loro necessaria per saldarli alla Ragioneria dello Stato. Per chi ha il bilancio in rosso e non dispone di alcun tipi di liquidità, si potrà fare ricorso alla Cassa Depositi e Prestiti che anticiperà i pagamenti i quali, però, dovranno essere restituiti entro un massimo di 30 anni.
Gli importi saranno calcolati solo nella quota capitale esclusi gli interessi e verranno erogati in base al principio di anzianità e dando priorità ai crediti non oggetto di cessione pro soluto.
Una novità rispetto al passato è sicuramente l’introduzione di sanzioni. La Pubblica Amministrazione è tenuta a comunicare alle aziende creditrici certificate entro il 30 giugno prossimo, anche via mail, le somme che verranno pagate. Qualora ciò non venisse fatto, è prevista una sanzione a carico del responsabile dell’ufficio competente a cui verrà imputato un danno erariale. Sanzione che scatta anche nel caso in cui l’ente locale non comunichi l’ammontare del debito e la relativa richiesta di sforamento del Patto di Stabilità e che è pari a due mensilità dello stipendio dei responsabili dell’ufficio di competenza.

C.M.