Arriva l’ennesima sentenza che individua nell’applicazione del Redditometro un abuso di diritto. E’ la Commissione Tributaria Provinciale di Torino che, questa volta, con la sentenza 39/04/2013 emette un verdetto a favore del contribuente.
Il caso è scaturito dall’applicazione dei coefficienti indicativi per la rilevazione del Redditometro che avrebbero portato ad una valutazione dell’imponibile ad un livello maggiore di quello poi dichiarato. Al soggetto interessato, nella fattispecie, era stato accertato un esborso per il mantenimento di un’auto d’epoca e dell’abitazione maggiore di quello sostenuto dallo stesso. Il tutto applicando semplicemente i coefficienti imposti dal Redditometro. La valutazione è stata poi impugnata dal contribuente che ha puntualmente dimostrato ai giudici di Torino l’effettivo costo sostenuto per l’auto e l’immobile in questione, carte alla mano. A questo punto, al CTP non è restato che dare ragione al proprietario dei due beni.
Stando alle motivazione della Corte, infatti, i coefficienti utilizzati per determinare il valori del Redditometro sono puramente indicativi e svincolati dalla realtà dei fatti tanto che, nel momento in cui si accerta un reddito diverso, i funzionari del Fisco dovranno attenersi solo ai documenti presentati dal contribuente e non ai dati scaturiti dallo strumento fiscale. Uno strumento ritenuto, inoltre, un abuso di diritto in quanto applica indici che portano ad un reddito presunto non supportato da ragionamenti logici.
La conseguenza di tale sentenza è che, in sede di discussione, agli uffici del Fisco è stato imposto di “ascoltare” il contribuente piuttosto che i meri dati redditometrici.
C.M.