Decreto Sblocca Debiti bloccato dai Durc delle imprese: chi non ha versato i contributi è fuori dai pagamenti

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Stato di avanzamento dei lavori pubblici, conto finale dei lavori, accordi bonari ed espropri approvati entro il 31 dicembre 2012, conferimenti e aumenti di capitale delle società partecipate. Tutto questo rientra tra le voci che potranno beneficiare del decreto sblocca debiti della Pubblica Amministrazione purché supportate da documentazione “che ne attesti l’esigibilità”. Si tratta di un chiarimento che arriva dai tecnici dell’Anci i quali hanno sciolto i dubbi in merito a tutti quei lavori eseguiti nel 2012 ma la cui fatturazione è arrivata solo nei primi mesi del 2013. A permettere tale interpretazione è quanto stabilito nel Dpcm del 28 dicembre 2011 in cui si attesta che sono esigibili tutte quelle somme “per le quali non esistono ostacoli al pagamento. La priorità resta a tutti quei pagamenti non ancora saldati e, nel caso in cui il plafond lo permettesse ancora, in seconda battuta si può provvedere anche a quelli già sostenuti. Una priorità che metterebbe, però, in seria difficoltà soprattutto quei Comuni “virtuosi” che negli anni sono riusciti a sostenere le spese con le imprese senza generare debiti e che ora si vedono messi fuori dal bonus blocca debiti e, di conseguenza, si troveranno a dover affrontare un restringimento dei termini imposti dal Patto di Stabilità senza poter usufruire della possibilità di sforarvi. Si tratta di uno dei tanti punti deboli del decreto che crea, in questo modo, diversi paradossi come quello del Durc che le imprese devono presentare per ottenere il pagamento che gli spetta. Il ritardo generato dalle Pubbliche amministrazioni nel saldare i conti con le imprese, infatti, ha costretto quest’ultime a privilegiare i pagamenti degli stipendi a scapito dei versamenti contributivi e previdenziali. Il danno a lungo termine è l’impossibilità di presentare il Documento unico di regolarità contributiva necessario per ottenere il pagamenti degli arretrati. Un paradosso che non può essere nemmeno superato ricorrendo alla compensazione crediti/debiti fiscali perché la normativa stabilisce che, qualora si riuscisse ad ottenere una certificazione dei crediti, questa può essere utilizzata solo per i tributi già iscritti a ruolo e non per tutti gli altri. Insomma, solo quando i debiti col fisco vengono passati ad Equitalia con tutte le implicazioni del caso come l’aumento degli interessi, allora l’impresa potrà giocarsi la carta dello “sblocca debiti”. Sempre che, allora, le somme accreditate siano sufficienti per rimettersi in pari con i bilanci e coprire le passività.

C.M.