Sindacati e associazioni di categoria tradizionali: vi dovete arrendere!

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zombi-3Le sempre più frequenti convulsioni sociali, che a volte purtroppo sfociano anche in tragici ed esecrabili episodi di violenza, sono un sintomo di un malessere passeggero della nostra comunità, legata ad una crisi ciclica benché profonda, o sono qualcosa di altro? Noi propendiamo per la seconda soluzione e le evidenze di questi tempi ce ne danno ampia conferma. Anche il primo maggio, la festa dei lavoratori si è trasformato da kermesse celebrativa-musicale in nodo di tensione e di polemica. Perché questo? Per un motivo molto semplice. Stanno cambiando le forme di rappresentanza, la crisi, che è una crisi sistemica (sta cambiando la struttura economica mondiale), sta spazzando le rassicuranti forme di legittimazione democratica, anche quelle che nascevano dai posti di lavoro. I sindacati e le associazioni datoriali ogni giorno di più si dimostrano autoreferenziali, lontani, emblemi di riti e mondi che non ci sono più, che non sono più irrorati dalla passione civile e dal desiderio di un progetto di prosperità economica condiviso ed esteso a tutto il mondo del lavoro. Grillo ha ragione quando dice “Festeggiare il Primo Maggio è uno stanco rito assolutorio dei responsabili, dei sindacati complici, dei “prenditori” di appalti pubblici di Confindustria, dei partiti che hanno occupato lo Stato.

E’ la celebrazione di Caporetto e dell’otto settembre a reti unificate”. Ha ragione, ha tutte le sacrosante ragioni. Cgil, Cisl e Uil, Confindustria, Confcommercio, Sindacati Artigiani e tutte le altre sigle del tavolo buono del consociativismo sono maschere rappresentative di poteri e privilegi che non ci sono più. Sono come e quanto più della politica evocativi di un sistema marcio, colluso, opaco. La politica, infatti, ha dalla sua la legge, il controllo, le libere elezioni. Questi sacerdoti della casta invece non hanno i controlli democratici previsti da una costituzione, si fanno gli statuti pret-à-porter, hanno presidenti e segretari a vita, se ne fregano dei loro iscritti (mere mucche da mungere), chiedono per loro e per i loro protetti prebende, incarichi, distacchi sindacali, appalti, gettoni ed indennità, soldi insomma. Non sono ormai più credibili, non sono più spendibili, non sono più presentabili, al centro come nelle periferie. Sono zombi, defunti che si agitano con i loro riti voodoo, ombre che ancora inghiottono bocconi senza capire che sono morti. Per loro non può che valere quello che Grillo ha detto per i politici “Arrendetevi!”.

Pietro Colagiovanni