“Nonostante sembra essere sfumata l’ipotesi che nel Consiglio dei Ministri di domani slitti anche la prima rata dell’Imu sui capannoni, noi rimaniamo fiduciosi. Il giorno cruciale sarà mercoledì 29 maggio. Se in quella data la Commissione europea chiuderà il processo di infrazione per eccesso di deficit contro il nostro Paese, secondo quanto dichiarato nelle settimane scorse dal ministro Saccomanni, il nuovo Governo avrà a disposizione 12 miliardi di euro per poter abbassare l’Imu sulla prima casa e sulle attività produttive, scongiurare l’aumento dell’Iva previsto per il prossimo luglio ed ammorbidire la Tares che, altrimenti, per le famiglie e le imprese sarà una vera e propria stangata“.
Questo è il commento di Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre.
Veniamo ai dati. Per 38 Comuni capoluogo di Provincia su 101 presi in esame dalla CGIA, l’incremento della prima rata sarà addirittura del 51%. Tra queste 38 Amministrazioni segnaliamo che in valore assoluto gli aumenti più significativi si registreranno a La Spezia (+3.647 euro rispetto al 2012), a Taranto (+1.736 euro) e a Brescia (+1.472 euro)
I calcoli, segnala la CGIA, sono stati realizzati considerando la rendita catastale media dei capannoni di ciascun Comune capoluogo di Provincia. Inoltre, si è considerata la nuova base imponibile riferita al 2013 che, rispetto al 2012, è aumentata a seguito dell’incremento di 5 punti del coefficiente moltiplicatore che passa da 60 a 65. Per calcolare il versamento della prima rata che gli imprenditori hanno pagato a giugno 2012 si è considerata l’aliquota base del 7,6 per mille, come stabiliva la normativa. Per misurare quanto verseranno gli imprenditori fra poco più di un mese si è tenuto conto della novità introdotta nei giorni scorsi dalla Commissione Bilancio: ovvero, la prima rata dell’Imu dovrà prevedere il versamento del 50% dell’imposta pagata complessivamente l’anno scorso, a meno che non sia già stata pubblicata nel sito del Dipartimento delle Finanze l’aliquota vigente per il 2013.
Nota
I calcoli sono stati eseguiti considerando la rendita catastale media dei capannoni di ciascun capoluogo di provincia. Si è considerato l’incremento della base imponibile nel 2013 rispetto al 2012 a causa dell’aumento del coefficiente moltiplicatore passato da 60 a 65. Per calcolare la prima rata che gli imprenditori hanno pagato a giugno 2012 si è considerata l’aliquota base del 7,6 per mille, come stabiliva la normativa. Mentre per calcolare quanto verseranno nel 2013 si è utilizzata l’aliquota deliberata dal comune nel 2012 a meno che non sia già stata pubblicata nel sito del Dipartimento delle finanze l’aliquota vigente per il 2013.