I controlli del Fisco sono già partiti e molti contribuenti si trovano a dover fare i conti con rateizzazioni non rispettate. Per fronteggiare le difficoltà economiche degli italiani, il Governo ha emanato un nuovo decreto che permette di raggiungere anche le 120 dilazioni del debito fiscale. Si tratta di 10 anni durante i quali i soggetti debitori potranno spalmare quanto dovuto ad Equitalia. Il decreto è il Dl 69/2013 che inserisce un nuovo comma (il comma 1-quinquies) all’articolo 19 del Dpr 602/1972 e riguarda soltanto le somme iscritte a ruolo. Per accedere al beneficio è, però, necessario dimostrare di avere precisi requisiti e aver bisogno di una dilazione superiore alle classiche messe a disposizione dal Fisco.
In pratica ci sono diverse trade che un contribuente può per correre per mettersi in regola con le tasse e ognuna di esse è stata pensata per un particolare caso.
Se il soggetto ha accumulato un debito superiore ai 50 mila euro (la vecchia soglia di 20 mila euro è stata innalzata), potrà chiedere un frazionamento di 72 rate (di minimo 100 euro l’una) senza dover produrre specifiche documentazioni ma presentando soltanto una semplice richiesta in cui si motiva una momentanea difficoltà economica. Questo grazie alla direttiva che Equitalia ha emanato lo scorso 7 maggio.
Se, invece, il debito supera i 50 mila euro si passa alle pratiche classiche in cui si potrà chiedere sempre un massimo di 72 rate ma fornendo ai funzionari tutti i documenti comprovanti il proprio stato di crisi di liquidità.
Qualora le 72 rate non fossero comunque sufficienti e il debitore non riuscisse a pagarle, al di là della somma (inferiore o superiore i 50 mila euro), interviene il Dl 16/2012 che concede ulteriori 72 mesi e allunga i tempi di decadenza da due rate a otto rate consecutive. Sempre ammesso che vi sia un “comprovato perggioramento” della situazione economica del soggetto interessato valutata in base alle carte presentate dallo stesso dai funzionari del fisco.
A tutto ciò, ora si aggiunge il famoso comma 1-quinquies che invece delle ulteriori 72 rate, permette di fare istanza per ulteriori 120 purché si rispettino due parametri:
– il contribuente deve trovarsi “per ragioni di estranee alla propria responsabilità, in una comprovata e grave situazione di difficoltà legata alla congiuntura economica” tanto da non riuscire a sostenere più il pagamento delle rate secondo quanto disposto dal piano ordinario;
– il contribuente deve dimostrare che, qualora gli fosse concesso il 72 + 120, è effettivamente in grado di sostenere il pagamento delle rate tramite i propri mezzi economici.
Da notare come quest’ultimo “aiuto” fornito ai morosi interessi soltanto, come detto in precedenza, le somme iscritte a ruolo e non per quelle ancora ferme all’Agenzia delle Entrate e per cui sono stati inviati avvisi bonari. Avvisi comunque rateizzabili e che, a differenza delle cartelle di Equitalia, produrrebbero un aumento del debito decisamente inferiore e, in questo modo, andrebbero effettivamente a vantaggio del contribuente. Dilazionando gli avvisi bonari, infatti, la sanzione sarebbe del 10% e non del 30%, non ci sarebbe l’aggio da versare all’agente di riscossione per la sua prestazione e scenderebbero anche gli interessi giornalieri.
In ongi caso, metodi di inoltro della domanda di rateizzazione restano sempre gli stessi ovvero o tramite raccomandata a/r contenente tutti gli allegati richiesti o presentando il plico direttamente allo sportello di Equitalia.
C.M.