Il Fisco deve rimborsare i contribuenti entro 90 giorni. Il termine è perentorio e non si scappa. Si tratta di una norma che da poco è stata rispolverata dall’Entrate e che risale al 2010 quando, con la circolare 49/E e in capo all’articolo 68, comma 2, del Dlgs 546/92, si imponeva agli uffici territoriali di rispettare i termini di restituzione delle tasse versate in più. Pena, il pagamento di salati interessi.
Sono molti, infatti, i cittadini che da tempo aspettano di vedersi restituire quelle somme versate e non dovute al Fisco e che si sono rivolti anche alle Commissioni tributarie per far valere i propri diritti. Nonostante le sentenze favorevoli ai contribuenti, spesso gli uffici stentavano a rispettare la decisione del giudice e allungavano di molto il momento del pagamento facendo maturare interessi e spese correlate. Il tutto a maggior danno del Fisco stesso. Per questo, sul problema è intervenuta la stessa Agenzia che ha invitato i propri dipendenti a rispettare il principio di equità secondo cui come sono celeri nel richiedere il versamento delle tasse, altrettanto celeri devono essere nel restituire il denaro quando questo supera il dovuto.
Non solo, perché la circolare specifica anche quale debba essere il momento esatto in cui far partire il cronometro dei 90 giorni: “Quando il fisco perde un contenzioso, rimborsa subito e senza più aspettare la notifica della sentenza”. A questo punto il contribuente può sperare di riavere quanto gli spetta senza dover attendere la notifica della sentenza o eventuali solleciti ma basta il solo dispositivo purché indichi l’esatto importo da rimborsare.
C.M.