Bonus mobili: ancora tre mesi per usufruire degli sgravi. Ecco come fare.

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Siamo a settembre e mancano solo tre mesi per poter usufruire degli incentivi per la ristrutturazione della casa e, con essi, anche quelli per l’acquisto dei mobili. Si tratta di una opportunità unica che permette, in tempo di crisi economica, di apportare importanti lavori all’abitazione finalizzati al risparmio in bolletta. Per la prima volta, inoltre, con il nuovo Decreto sulle ristrutturazioni (D.l. 63 del 04 Giugno 2013), il Governo dà accesso ad alcuni sconti sui mobili acquistati purché siano destinati ad arredare la casa oggetto dei lavori.

Il BONUS MOBILI è del 50% e necessita di:

– spese debitamente documentate: bisogna avere una regolare fattura di acquisto e la ricevuta di pagamento con un sistema tracciabile come il bonifico bancario o postale; esattamente come per gli altri interventi edilizi agevolabili con la Detrazione 50%.
mobili acquistati devono essere utilizzati per l’arredo dell’unità immobiliare oggetto di ristrutturazione ma niente paura, non si tratta necessariamente di interventi di grande portata. Il bonus scatta anche per operazioni di piccola entità come, ad esempio, la sostituzione degli infissi o della porta blindata.

Ma quanto vale il Bonus Mobili?
La detrazione fiscale per la ristrutturazione dell’abitazione è del 50% e rimarrà valida fino al 31 dicembre 2013, con un tetto massimo di spesa detraibile di 96.000 euro, suddivisi in 10 rate di pari importo annuali. Lo sconto verrà applicato direttamente nella prossima dichiarazione dei redditi.
A tale importo si aggiunge il Bonus Mobili e il tetto massimo di spesa è di 10.000 euro di cui è detraibile il 50% in dieci anni.

Chi può beneficiare del Bonus Mobili?
Possono beneficiare del provvedimento tutti coloro che hanno avviato una ristrutturazione a partire dal mese di luglio 2012 fino al 31 dicembre di quest’anno.

Che tipo di arredi rientra nel Bonus Mobili?
Non esiste un elenco dettagliato degli arredi che beneficiano dell’incentivo il che farebbe pensare che il Bonus Mobili si possa estendere a tutte le tipologie di arredo, purché utilizzata per l’arredamento di un immobile ristrutturato.
Ciò che si può acquistare, dunque, sono arredi come librerie, divani, letti, sedie, tavoli e tutto ciò che è necessario per la casa a patto che non si tratti di mobili usati o di antiquariato.
Rientrano nel beneficio anche gli elettrodomestici di categoria A+ o A per forni per un importo massimo di 10mila euro.

Quali sono gli interventi di ristrutturazione che danno diritto al Bonus?
Son esclusi dagli incentivi le parti comuni degli edifici, la manutenzione ordinaria delle singole unità locali, la realizzazione di autorimesse o posti auto, gli elettrodomestici di classe A+, le tv e i computer.
Lo sconto scatta, invece, per tutta una serie di interventi, anche minimi, che possono contribuire a migliorare le prestazioni dell’abitazione:
– manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo;
– ristrutturazione edilizia;
– opere di abbattimento delle barriere architettoniche;
– opere di cablatura degli edifici;
– opere di contenimento dell’inquinamento acustico (es: nuovi infissi);
– opere di risparmio energetico;
– opere volte alla sicurezza statica e antisismica o per la messa a norma dell’edificio;
– opere volte a migliorare la sicurezza domestica (es.: corrimano);
– opere volte a proteggere le abitazioni da intrusioni terze (es.: cancelli o recinti, grate alle finestre, porte blindate, serrature, lucchetti, catenacci, spioncini, istallazione di allarmi antifurto o anti -intrusione, saracinesche, tapparelle meccaniche, vetri antisfondamento, casseforti a muro, , fotocamere).

Come devono essere compilati il bonifico del pagamento e le relative fatture?
Il pagamento delle opere deve avvenire appunto tramite bonifico bancario o postale (anche online) e deve contenere necessariamente:
– la causale: va riportata la dicitura “articolo 16 bis del Dpr 917/86″ o “legge 449/1997″ e il numero della fattura corrispondente;
– il nome, cognome e codice fiscale del soggetto che committente: questo deve essere obbligatoriamente lo stesso a cui sono intestate le fatture. Nel caso in cui il bene ristrutturato fosse intestato a più persone, si devono indicare i dati di tutti. Se gli interventi sull’immobile, invece, interessassero parti comuni, si dovrà riportare il codice fiscale del condominio e dell’amministratore (ovvero colui che effettua materialmente il bonifico);
– il codice fiscale o la partita iva dell’impresa o soggetto che esegue i lavori.
All’interno della fattura, invece, si dovrà avere totale corrispondenza con i lavori effettivamente eseguiti e la Scia.
Dovrà essere, poi, cura dell’intermediario finanziario (banche o Poste) comunicare all’Agenzia tutti i pagamenti effettuati al fine, poi, di poter calcolare lo sgravio fiscale.