Raddoppia il numero degli studi di settore ammessi al regime premiale, passando dai 55 per il periodo d’imposta 2011 ai 90 del 2012. Saranno quindi circa un milione i contribuenti che avendone i requisiti si stima possano accedere al regime agevolato e beneficiare dell’esclusione da accertamenti analitico-presuntivi basati sulle presunzioni semplici, della riduzione di un anno dei termini di decadenza per l’attività di accertamento e della determinazione sintetica del reddito complessivo ammessa a condizione che lo stesso ecceda di almeno un terzo quello dichiarato.
La novità sulla platea dei contribuenti interessati, prevista dal Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 5 luglio 2013, applicabile al periodo d’imposta 2012, è stata oggetto di confronto con le associazioni di categoria nel corso di un incontro che si è svolto oggi presso la sede dell’Amministrazione finanziaria. Dalle analisi statistiche sui dati dichiarativi del 2010 e del 2011, effettuate con il supporto della Sose e illustrate oggi, è emerso che per i soggetti interessati dal regime premiale si è registrato un aumento di ricavi dichiarati di 1,5 miliardi di euro e dei redditi dichiarati per 900 milioni di euro.
Come accedere al regime introdotto dal Decreto Salva Italia (Dl 201/2011) – Per beneficiare del regime premiale, il contribuente deve dichiarare ricavi o compensi pari o superiori a quelli risultanti dall’applicazione degli studi di settore, aver regolarmente assolto gli obblighi di comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore e risultare coerente con gli specifici indicatori previsti dai decreti di approvazione degli studi di settore.
Una new entry tra i criteri – Il provvedimento del 12 luglio 2012 ha individuato i primi 55 studi di settore ammessi al regime agevolato nel 2011. A questa prima tornata, si aggiungono, per il periodo d’imposta 2012, altri 35 studi di settore, dei quali 4 presentano quattro tipologie di indicatori e 31 presentano almeno tre diverse tipologie di indicatori tra quelle indicate nel provvedimento di approvazione e allo stesso tempo il nuovo indicatore di coerenza “Indice di copertura del costo per il godimento di beni di terzi e degli ammortamenti” introdotto con il Dm del 28 marzo 2013.