Pensione integrativa come “salvadanaio” per i figli a carico

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Con le manovre che negli ultimi anni il Governo ha apportato al sistema pensionistico italiano, sono molti i giovani lavoratori che hanno preso coscienza di non poter contare su una vecchiaia garantita come lo è stato per i nostri padri. Per risolvere a questo problema, la soluzione per cui si è optato è quella della pensione complementare (il cosiddetto fondo pensione). Una pensione che gode di alcuni vantaggi fiscali come la possibilità di scaricarla in parte nella dichiarazione dei redditi o di essere tassata con aliquote agevolate. Un’altro vantaggio è quello di poter iscrivere al fondo anche parenti a carico come, ad esempio, il coniuge, i figli (inclusi quelli adottivi e affidati), e familiari conviventi purché questi non abbiano un reddito superiore ai 2840,51 euro annui.
Si tratta di una grossa opportunità che viene data a chi già oggi cerca di garantirsi un futuro e che, a maggior ragione, si preoccupa di garantirlo ai propri figli. Figli che, in questo modo, potranno beneficiare di una sorta di salvadanaio da riempire anno per anno e che, raggiunta la maggiore età, potrà raggiungere anche elevati rendimenti.
Bisogna sapere che anche in questo caso la tassazione è agevolata perché si parla dell’11% su rendimenti annui. La cosa più importante, però, è che il soggetto beneficiario della pensione complementare avrà il potere di riscattarla nel caso in cui si prospettasse la necessità di disporre di una liquidità immediata. Si pensi, per esempio, alle spese universitarie, o all’avviamento di una nuova attività, o ancora alle difficoltà conseguenti da una eventuale disoccupazione o cassaintegrazione. L’importante è che la richiesta di tale anticipo non avvenga prima di otto anni dall’apertura del fondo. In base alle ragioni che sottengono al prelievo anticipato, si potrà ottenere una percentuale della somma totale fino ad allora versata: il 75% per ristrutturazioni o acquisto della prima casa o per esigenze sanitarie; il 50% per cassaintegrazione e mobilità o cessazione di attività lavorativa; il 30% per motivazioni generiche; il 100% per disoccupazione di almeno quattro anni o invalidità lavorativa.
La scelta di una pensione integrativa deve fare i conti in generale con una consistente platea di intermediari, ognuno con le proprie norme, regole e tassi d’interesse. Promotori finanziari, agenti assicurativi, banche, patronati e Poste italiane sono i principali referenti che offrono questo tipo di servizio.

Per barcamenarsi al meglio in questa moltitudine di opportunità, è importante capire bene quali siano le offerte che meglio rispondano alle proprie esigenze. Un utile strumento per avere una proiezione della propria situazione pensionistica futura (su cui poi tarare anche quella del proprio parente a carico) è il “pensionometro”, un motore di calcolo disponibile sul sito del Sole 24 Ore.

C.M.