Economia: i ricchi diventano sempre più ricchi grazie al buon andamento della borsa e alla migliore congiuntura

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paperonLo ha stabilito uno studio della società di consulenza Capgemini che ha presentato il 18 giugno 2014 a Zurigo il nuovo “World Wealth Report” realizzato con la Royal Bank of Canada (RBC). Secondo l’esperto Herbert Hensle per far parte di questo circolo esclusivo bisogna possedere un patrimonio netto superiore ad 1 milione di dollari (esclusi residenza principale, collezioni e beni di consumo durevoli). L’anno scorso per loro è stato un buon anno. Nel 2007 i 10,1 milionari possedevano assieme 40’700 miliardi di dollari. La crescita dei super ricchi dell’anno scorso (quasi il 15%) è la più importante dal 2009 (+17%) ed è il secondo maggior rialzo dal 2000. L’incremento maggiore si è registrata in Irlanda (+25%), Emirati Arabi (+24%), Giappone (+22%) e Grecia (+22%).Ma sono sempre gli Stati Uniti l’area con il maggior numero di ricchi, che toccano i 4,33 milioni di persone (+16%), inseguiti dal Giappone con 2,33 milioni e dalla Germania con 1,33 milioni di paperoni. La Svizzera (+16%) ha ora superato il Canada e si situa al settimo rango.Il 60% della ricchezza mondiale è concentrata in USA, Cina, Germania e Giappone. In Europa 3,83 milioni di persone (+14%) detengono 12’390 miliardi di dollari. In Asia e Oceania i milionari sono i 4,32 milioni (+17%).I super ricchi, che dispongono di oltre 30 milioni di dollari, nel 2013 sono 128’300 (+15,8%). Quindi lo 0,9% di tutti i milionari possiede quasi il 35% di tutti i patrimoni.I più ricchi di Francia, Germania, Italia e Svizzera valgono 367 miliardi di dollari. Il più ricco è Ingvar Kamprad, fondatore di Ikea. Aumenta il divario tra ricchi e poveri quest’ultimi privi di una rappresentanza politica che davvero rappresenti i loro interessi. I 25 soggetti di Francia, Germania, Italia e Svizzera valgono 367 miliardi di dollari, oltre 389 miliardi di euro. Il più ricco Ingvar Kamprad, fondatore di Ikea che ostenta un patrimonio di circa 42 miliardi di franchi. I settori che dominano la speciale classifica sono quelli del tessile, dell’abbigliamento e dei beni di lusso. Subito dopo si piazzano la finanza, le banche e l’investimento. Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, la crisi ha favorito sempre di più i più ricchi e ha ricacciato nell’abisso anche cittadini che fino a pochi anni fa facevano parte della cosiddetta classe media. Con l’aumento del divario tra ricchi e poveri inoltre riemerge lo spettro della “lotta di classe”, con la differenza che mentre la classe dei più ricchi è ben coesa e agisce per tutelare i propri interessi, al contrario le classi “più povere” sono prive di una rappresentanza politica che davvero rappresenti i loro interessi, anteponendoli a quelli finanziari e di tenuta del sistema economico.