I consumi delle famiglie italiane sono tornati indietro di dieci anni

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Mentre l’Istat rende noto che i consumi delle famiglie italiane sono tornati indietro di dieci anni, noi ci chiediamo, tra l’altro, come si può “spendere” se ( quando va bene) in casa entrano meno di 500 euro al mese? Ora, nelle vie ufficiali, lo sappiamo tutti, perché “se ne accorto anche l’Istat” : i consumi delle famiglie sono crollati scendendo al minimo storico dal 2004. La gente non compera più e, nel 2013, la spesa media per famiglia è scesa del 2,5% rispetto all’anno precedente. In buona sostanza, mentre nel 2004 la spesa media mensile, per famiglia, era pari ad euro 2.381, adesso è di euro 2.359. Nel dettaglio si rileva che il calo riguarda, purtroppo, anche la “spesa alimentare”, che è passata da 468 a 461 euro al mese. Nel 2013 – sempre secondo i dati Istat – le famiglie hanno acquistato alimenti di minore qualità o, anche, in minore quantità: in particolare, si è comperata meno carne ( con un meno 3,2%). Ma, oltre alla riduzione nel settore alimentare, si sono ridotti i consumi per beni e servizi: meno vestiti e calzature, meno cultura e meno spese anche per il telefono. La nuova e recente “rilevazione Istat”, di cui ora siamo tutti a conoscenza, tocca, nel pratico, la “vita degli italiani”, portando a conoscenza degli stessi ( manco non lo sapessero!!!) che la spesa delle famiglie continua a calare tornando ai livelli di dieci anni fa. A stringere di più la cinghia sono, oltre ai pensionati (… da sempre “poveri”) gli operai con un reddito più basso (spesso da “cassaintegrati”) e le coppie con figli. Occorre considerare – anche in questa breve disamina della problematica – che il 2013 è stato un “anno difficile per l’economia italiana”, facendo registrare una contrazione del Pil (pari al meno 1,3 % in termini reali) e della domanda interna ( meno 2,6% in termini reali), oltre ad un forte aumento della disoccupazione ( 11,5%) e la “ripresa” per quanto è sembrata e sembra “debole”…. appare quasi “inesistente”. Per il mondo produttivo che rappresentiamo, vogliamo auspicare che quanto prima possa cambiare “il ciclo economico” e far ripartire i consumi; anche a fronte di questo auspicato cambiamento siamo certi che le esperienze innescate da almeno sei anni di ristrettezze ed incertezze, lasceranno un segno forte. Anche se i consumi, con la fine della recessione, smetteranno di scendere e,potenzialmente, potranno assestarsi, siamo convinti che gli italiani saranno più attenti alla spesa, agli sprechi, al rapporto qualità prezzo e diventeranno sempre più “consumatori digitali”. Rimane da prendere atto che “la grande crisi”, oltre alle nuove tecnologie, finiranno con il produrre una specie di “mutazione genetica delle famiglie italiane”. In conclusione possiamo dire che, anche se ci dovesse essere ( fra qualche tempo) una ripresa dell’economia, i consumatori non tornerebbero quelli di una volta: per sopravvivere diventeranno più attenti alla spesa, sprecheranno di meno e diventeranno sempre più digitali.
Luigi Zappone (presidente Confimpresa Molise)