Dietro le emergenze vaccini solo illeciti che hanno provocato danni al patrimonio zootecnico ed alla filiera del commercio delle carni.
La Procura dei Roma, chiudendo una propria inchiesta, relativa allo “scandalo vaccini”, con ben 41 indagati , è pervenuta al convincimento che, dietro le emergenze vaccini che , negli scorsi, “dovevano combattere” la “aviaria” e “la lingua blu” ci furono illeciti ed omissioni. Gli indagati sono alcuni dirigenti e funzionari del Ministero della Salute ed alcuni responsabili della ditta farmaceutica Merial Italia; tra gli stessi indagati vi è anche Vincenzo Caporale che, all’epoca dei fatti, era Direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise. Le accuse vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, dall’epidemia alla diffusione di una malattia degli animali. Due degli indagati, in particolare, attraverso una gestione monopolistica e dispotica dell’emergenza, avrebbero disposto per la campagna contro la “lingua blu” del 2003/ 2004, l’impiego di un vaccino prodotto nella Repubblica del Sud Africa, senza una sperimentazione che ne valutasse gli effetti indesiderati sugli animali; In buona sostanza, quello che pare sia emerso durante le indagini, è che durante il periodo interessato “all’aviaria ” ed “alla lingua blu”, l’attività illegale posta in essere dagli indagati avrebbe contribuito a fare strage di animali e, conseguentemente, a ” danneggiare il mercato della vendita delle carni”.In uno dei capi di accusa si parla della “scoperta di un’associazione per delinquere” finalizzata alla utilizzazione di virus altamente patogeni dell’influenza aviaria, di provenienza illecita, al fine di produrre in forma clandestina specialità medicinali ad uso veterinario ed alla loro commercializzazione e somministrazione agli animali avicoli di allevamenti intensivi. Se verrà confermato – nelle fasi successive degli accertamenti e del conseguente processo – che ” i virus che negli ultimi quindici anni hanno infestato e decimato gli allevamenti di polli, ovini e bovini di tutta Italia potrebbero essere stati indotti da chi voleva lucrare sulla produzione di vaccini”, anche sfruttando la paura che inevitabilmente si diffonde tra allevatori e consumatori quando si parla di epidemie, occorrerà prendere (magari attraverso le Associazioni di categoria, ovvero delle istituzioni competenti) una precisa posizione anche attraverso l’eventuale costituzione di parte civile nell’eventuale processo. Questo nostro “invito” a procedere (eventualmente) in tal senso scaturisce dalla semplice domanda che ci siamo posti allorquando abbiamo appreso la notizia delle indagini, domanda che è del seguente tenore: ” Quanti macellai, con stalle di appoggio, sono falliti e sanzionati dal Servizio Veterinario ( anche del Molise)?; quanti i mattatoi che hanno importato gli animali per la macellazione fatti chiudere e fallire? ; chi risarcirà i macellai che non hanno più venduto (nel periodo de quo)le carni nel quantitativo usuale ed atto a far vivere l’attività? Confimpresa seguirà attentamente gli sviluppi della vicenda e coinvolgerà i propri associati (in particolare quelli della F.I.M.) per perseguire un “intervento di giustizia” e di eventuale risarcimento.
Luigi Zappone (Coonfimpresa Molise)