Da domani, venerdì 3 aprile, i lavoratori dipendenti potranno chiedere di avere il Tfr maturando in busta paga con quote mensili. Lo prevede il dpcm che attua le norme della legge di stabilità pubblicato il 19 marzo in Gazzetta Ufficiale. La quota si chiamerà Qu.I.R., quota integrativa della retribuzione. Se si fa la scelta per il Tfr in busta la decisione sarà irrevocabile fino a fine giugno 2018. Unico requisito per la richiesta e’ un’anzianità di almeno sei mesi presso lo stesso datore privato.
Le imprese con meno di 50 dipendenti che dovessero registrare problemi nei flussi finanziari necessari a far fronte al maggiore esborso mensile legato alle richieste di erogazione dell’importo altrimenti destinato al trattamento di fine rapporto, potranno accedere a finanziamenti a tasso agevolato.
L’anticipo verrà trattato come componente aggiuntiva dello stipendio e quindi sarà “assoggettato a tassazione ordinaria e non imponibile ai fini previdenziali”. Quindi sì nel conto Irpef, no in quello dei contributi.
è stato firmata anche la convenzione con l’Abi (con la triangolazione di Ministero del Lavoro e Inps) che permetterà alle aziende di piccole dimensioni di accedere a finanziamenti agevolati per farsi anticipare la liquidità necessaria per versare l’anticipo del Tfr ai lavoratori che ne faranno richiesta.
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