Gente di mare che se ne va. a lavorare, 7 giovani su 10 rinuncerebbero alle vacanze per un’esperienza formativa all’estero

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Se una volta erano considerati troppo edonisti, oggi molti giovani italiani sembrano aver capito l’importanza di mettersi in gioco nel mondo della formazione e del lavoro, addirittura anche durante i tanto agognati periodi di vacanza. Sono lontani infatti i tempi delle lunghe giornate a prendere il sole con gli amici, in attesa di vivere nottate di puro divertimento in spiaggia e nei locali. Ben il 72% dei giovani infatti ammette che sarebbe disposto a rinunciare alle vacanze da viveur”, per dedicarsi invece ad esperienze formative in giro per il mondo. Le ragioni? Perché sono importanti per il proprio futuro lavorativo (81%) e permettono di sviluppare la conoscenza delle lingue straniere (76%). Un trend che è stato registrato in egual misura al Nord (71%) come al Sud (73%) con una differenza di genere che vede i ragazzi in leggera maggioranza (52%) rispetto alle ragazze (48%).

Questo è quanto emerge dallo studio promosso dall’agenzia Espresso Communication per FourStars, condotto mediante metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su un campione di circa 1400 giovani tra i 18 e i 29 anni attraverso un monitoraggio online dei principali social network, blog, forum specializzati e community, per capire quali sono le motivazioni e le aspettative alla base della tendenza.

Una tendenza segnalata anche dagli esperti del settore, che registrano proprio nel periodo estivo un boom di richieste per viaggi formativi lontano dall’ItaliaChiara Grosso, Presidente e CEO di FourStars, società accreditata dal Ministero del Lavoro e specializzata nei tirocini formativi, afferma che: “Studiando i nostri dati degli ultimi anni abbiamo rilevato che oltre il 60% delle richieste di esperienze all’estero riguardano stage con avvio durante il periodo estivo. Le mete più gettonate sono cinesi, con Shanghai e Hong Kong su tutte. Si tratta di un dato molto importante e rassicurante: da sempre promuoviamo gli stage all’estero come strumento di formazione in un contesto internazionale, per crescere personalmente e professionalmente ed essere più competitivi nel mondo del lavoro ormai globale. La conoscenza delle lingue straniere e le esperienze all’estero arricchiscono il profilo professionale dei candidati, divenendo elemento moltiplicatore di possibilità occupazionali. È quindi interessante constatare che molti giovani scelgono di “rinunciare” alle vacanze per intraprendere un’esperienza formativa all’estero, addirittura in contesti molto diversi come la Cina. I giovani italiani, forse grazie anche a una maggior apertura internazionale che li mette a confronto con coetanei di altri paesi (basti pensare all’esperienza Erasmus), stanno cogliendo e sfruttando l’importanza di lavorare durante gli studi, di costruirsi il loro futuro già durante l’università attraverso esperienze utili. Abbiamo rilevato inoltre che candidati donne e uomini si equivalgono sostanzialmente, con una leggera prevalenza di richieste maschili, circa il 52%. Anche il quadro delle facoltà di provenienza è molto eterogeneo”.

Un parere, quello di Chiara Grosso, confermato anche dai dati emersi dall’indagine. Secondo l’81% dei giovani infatti associare il divertimento alle esperienze formative all’estero è importante per avere maggiori chance di successo nel proprio futuro lavorativo(81%), in secondo luogo perché permettono di sviluppare la propria conoscenza delle lingue straniere (76%) e perché consentono di coniugare il divertimento tipico delle vacanze in gioventù alla scoperta di nuove culture (74%) e all’instaurazione di nuove amicizie(69%). Inoltre, tra gli stimoli a partire vi è un forte desiderio di mettersi in gioco e acquisire indipendenza (67%), dato che la possibilità di vivere in un ambiente totalmente nuovo senza l’ala protettrice di mamma e papà è una situazione sfidante per i più giovani. Ma non è tutto, il55% vuole cambiare modo di vivere le proprie vacanze proprio a causa delle difficoltà occupazionali del Paese.

A livello geografico inveceil fenomeno si sviluppa in maniera abbastanza omogenea; se al Nord la percentuale si ferma al 69%, al Centro(71%) e al Sud (74%) il numero dei giovani pronti a sacrificare “pinne, fucile ed occhiali” cresce leggermente. Come già indicato poi da Chiara Grosso, a sorpresa i maschi prevalgono leggermente nella predilezione di questo genere di vacanze formative: secondo i dati raccolti da FourStars il 52% delle richieste arriva da uominicontro il 48% delle ragazze.

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