Con il Jobs Act sono state introdotte regole più restrittive per poter ricevere l’indennità di disoccupazione Nasdi, Asdi o Dis-Coll, per ricevere l’assegno occorre rientrare in uno dei due status previsti dalla legge, lo status di disoccupazione (ordinaria) o lo status di disoccupazione parziale, in più occorre espletare precise pratiche burocratiche con l’ANPAL e il Centro per l’Impiego per elaborare il piano di servizio personalizzato per la riqualificazione professionale e il reinserimento nel mondo del lavoro.
Si perde il diritto all’indennità di disoccupazione se non vengono rispettati tutti gli obblighi ma anche se, nel caso di disoccupazione parziale, si superano precisi limiti di reddito.
Tre diversi status di di disoccupazione
Lo stato di disoccupazione ordinaria spetta a chi non ha alcun impiego a causa di uno dei seguenti motivi:
- licenziamento collettivo, giustificato motivo, risoluzione definitiva di un contratto di lavoro a tempo determinato, a chiamata, apprendistato, inserimento, somministrazione o a progetto;
- cessazione anticipata del contratto per cause diverse dalle dimissioni volontarie o da risoluzione consensuale del rapporto di lavoro;
- dimissioni per giusta causa del lavoratore.
Occorre inoltre fare la DID online, la Dichiarazione di Immediata Disponibilità e di partecipazione ad attività di riqualificazione, di ricerca di un lavoro ecc… come spiegato più sotto. Con lo status di disoccupato si può fare la domanda per l’indennità di disoccupazione, che verrà accettata però se sono rispettati anche tutti gli altri requisiti necessari, per ricevere i vari altri aiuti disponibili, per l’iscrizione nell’elenco tenuto dai servizi per ilcollocamento mirato.
Lo status di disoccupazione parziale è relativo a chi, nonostante abbia un contratto di lavoro, guadagni meno di 8000€ lordi all’anno (dal 1 gennaio al 31 dicembre), o a chi è assunto con orario part-time inferiore al 70% che sia alla ricerca di una diversa occupazione, o ancora a chi percepisce integrazioni del salario in seguito ad una riduzione dell’orario superiore al 50%.
Dato il limite annuo di 8000€ derivante da attività lavorativa come dipendente, va chiarito che si può avere la Naspi (se si hanno i requisiti necessari ovviamente) ma la stessa viene ridotta dell’80% del reddito che deriva dal lavoro, mentre se il reddito da lavoro supera gli 8000€ lordi annui allora la Naspi è sospesa per la durata del contratto se inferiore ai 6 mesi, decade del tutto se superiore.
Anche i lavoratori autonomi o parasubordinati possono rientrare nello status di disoccupati parziali, ma il limite di reddito è fissato a 4800€, sempre lordi (cioè fatturati) e dal 1 gennaio al 31 dicembre. Questa disciplina si applica anche ai casi di lavoro occasionale, di partecipazione a società di vario genere, di partita Iva o iscrizione ad albi professionali, di attività di liberi professionisti iscritti alle casse di settore: i casi sono parecchi, una lettura attenta della guida è utile a molti.
Infine lo stato di lavoratore a rischio disoccupazione spetta ai lavoratori in cassa integrazione straordinaria, a seguito di una cessazione, anche parziale, di attività dell’azienda, ovvero, sospesi per una procedura concorsuale del datore di lavoro, ai lavoratori in CIGD, cassa integrazione in deroga, ai lavoratori con contratti di solidarietà, ai sensi dell’articolo 8, comma 3, del decreto legge 148/1993.
Obblighi per i disoccupati
Fondamentale è rispettare le procedure richieste, altrimenti la domanda di indennità di disoccupazione Naspi o di altri aiuti verranno respinte.
I soggetti rientranti in uno degli status di disoccupazione devono registrarsi sul sito dell’ANPAL, l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro e fare la DID online (Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro). In seguito saranno contattati dal Centro per l’Impiego del proprio Comune per l’approvazione del patto di servizio personalizzato. I CPI devono contattare il disoccupato entro 60 giorni dalla registrazione sul sito dell’Anpal. Qualora il richiedente la disoccupazione non sottoscriva il patto, non riceverà alcun tipo di sostegno al reddito nè potrà accedere all’assegno di ricollocazione professionale.
Infatti il patto di servizio personalizzato prevede sia un programma per il reinserimento nel mondo del lavoro, ovvero viene creato un profilo personale del richiedente e vengono indicate iniziative formative e di orientamento personalizzate, sia un controllo sull’impegno dimostrato dal soggetto nelle ricerca attiva di un nuovo lavoro: a tal proposito viene assegnato un responsabile che verificherà periodicamente se il disoccupato sta cercando attivamente un nuovo impiego.
Se il richiedente viene convocato presso il CPI e non si presenta senza giustificarne il motivo, in seguito al primo invito l’assegno di disoccupazione Asdi, Naspi o Dis-Coll viene ridotto di un quarto, se il soggetto non si presenta neanche al secondo invito, l’indennità viene sospesa per un mese, infine alla terza assenza ingiustificata, si perde il diritto all’indennità di disoccupazione.
Anche le iniziative di orientamento sono obbligatorie e qualora il disoccupato non si presenti alla prima convocazione perderà un quarto dell’importo dell’assegno se riceve l’indennità di disoccupazione Naspi o Dis-Coll, mentre chi percepisce l’Asdi perde un mese intero alla prima assenza ingiustificata e perderà il diritto al secondo rifiuto ingiustificato.
Per quanto riguarda i corsi di formazione o di riqualificazione o altre iniziative riguardanti le politiche attive per l’occupazione, Naspi e Dis-Coll vengono immediatamente sospese alla prima assenza ingiustificata; chi riceve l’Asdi perde interamente il diritto all’assegno di disoccupazione già a partire dal primo rifiuto ingiustificato.
Similmente alle situazioni sopra esposte, la mancata accettazione di un’offerta di lavoro adeguata causa la perdita sia dell’assegno che dello stato di disoccupazione