La data di partenza, se non ci saranno intoppi, è fissata al 1° aprile 2018. Da quel giorno dovrebbe entrare finalmente in vigore, dopo una lunga e difficoltosa fase di rodaggio, l’assegno di ricollocazione, un voucher con cui lo Stato, attraverso i Centri per l’Impiego, finanzierà i programmi di reinserimento professionale dei disoccupati.
Si tratta di una novità introdotta con il Jobs Act. Ecco, di seguito, come funziona questo nuovo strumento.
Cos’è l’assegno di ricollocazione
E’ un contributo in denaro che lo Stato stanzia a favore dei disoccupati, per finanziare programmi di formazione professionale che li aiutano a trovare un nuovo impiego e a reinserirsi nel mondo produttivo.
Chi ne ha diritto
Il nuovo assegno di ricollocazione va a beneficio di ex-lavoratori dipendenti disoccupati da più di 4 mesi, che beneficiano del sussidio Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impiego).
Come si chiede
La richiesta dell’assegno è volontaria e il lavoratore può farla sul portale internet Anpal.gov.it o presso un Centro per l’Impiego,scegliendo liberamente l’agenzia o l’ente di formazione.
Il programma formativo
Il titolare dell’assegno di ricollocazione inizia un programma formativo durante il quale deve attivarsi e collaborare alla ricerca del lavoro.
Quanto dura
Il programma legato all’assegno di ricollocazione dura 6 mesi, prorogabili di un altro semestre.
Il profilo di occupabilità
A ogni partecipante al programma viene assegnato un profilo di occupabilità, cioè una sorta di rating che misura le probabilità che ha di trovare un nuovo impiego. I lavoratori con un alto grado di istruzione e molte competenze hanno ovviamente un profilo di occupabilità migliore.
Chi incassa i soldi
Il contributo di ricollocazione viene incassato dall’agenzia o dall’ente di formazione che ha seguito il disoccupato, ma solo se quest’ultimo è riuscito a trovare un lavoro. I soggetti abilitati a questo tipo di servizi sono: i Centri per l’Impiego, gli enti o le agenzie per il lavoro accreditate, la Fondazione Consulenti del Lavoro.
L’ammontare dell’assegno
Il contributo dato all’ente o all’agenzia di formazione varia tra 250 e 5mila euro a seconda del profilo di occupabilità del lavoratore preso in carico e dalla tipologia di contratto di lavoro che è riuscito a ottenere.
Lo sbocco professionale
Per ottenere il contributo in denaro, l’ente o l’agenzia di formazione deve riuscire a trovare per il disoccupato un contratto di assunzione a tempo indeterminato, un contratto a termine di almeno 6 mesi (da 3 a 6 mesi nelle regioni Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) oppure un contratto part time al 50%.
Il tutor
Il lavoratore che inizia il percorso di ricollocamento viene affidato a un tutor dell’agenzia che svolge anche delle funzioni di controllo: verifica cioè se il licenziato segue regolarmente i corsi di formazione e se è disposto davvero ad accettare le offerte di impiego.
Pochi soldi
Le risorse stanziate per l’assegno di ricollocazione sono ridotte e ammontano a poco più di 200 milioni di euro. Considerando che l’importo medio dell’assegno è di 3mila euro, i soldi a disposizione basteranno per finanziare i programmi di reinserimento di non più di 60mila-70mila disoccupati.