Si apre ancora una volta il sipario nella Capitale, presso il Talent Garden Poste Italiane di Piazza Mazzini, per il percorso espositivo «Talent Garden Artworks#3», giunto quest’anno alla sua terza edizione, con in esposizione 31 opere fotografiche narrantI di paesaggi desertI e portatrici di un messaggio in codice che diventano protagoniste di storie immaginative vicine all’irrealtà del mondo.
La prima edizione si è svolta nel 2017, con la collaborazione della Galleria d’Arte Wunderkammern, e la seconda, nel 2018, ha invece avuto un’unica protagonista: l’artista Delphine Valli. Da questo percorso, il progetto giunge ora alla sua terza edizione, curata da Maria Vittoria Pinotti.
Dal 1° giugno al 31 luglio 2019, ecco allora in esposizione presso il Talent Garden(www.talentgarden.org) 31 incredibili opere fotografiche di Luca Abbadati (Brescia, 1981) e Charlie Davoli (Singapore, 1976) in un percorso espositivo intitolato«Errare» ideato dalla storica dell’arte Maria Vittoria Pinotti che attraverso la sua MdmArt (www.mdmart.it) è curatrice di questa fantastica mostra realizzata in collaborazione con Arsity (www.arsity.com), startup innovativa del settore cultura, con la partecipazione degli “angeli del business” di BAngel (www.bangel.it), specializzati in analisi di mercato, business strategy e networking, come main sponsor.
«“Errare” ha un’ambivalenza semantica, indica chi vaga senza una meta, ma è anche allusivo all’inganno o semplicemente all’atto dello sbagliare, ed entrambi i fotografi ne fanno uso nelle rispettive declinazioni di ricerca, all’insegna di una fotografia errante che cattura luoghi e paesaggi architettonici per Abbadati, fatta di errori e paradossi visivi per Davoli» spiega Maria Vittoria Pinotti, autrice anche dei testi critici che accompagnano la mostra.
La produzione fotografica di Luca Abbadati è alla continua ricerca di un equilibrio compositivo dettato dalla forma e dal colore. «Abbadati ritrae un paesaggio privo di riferimenti precisi e assoluti, che ha come soggetto preponderante l’elemento architettonico. I suoi scatti sono descrittivi, oggettivi, volutamente impersonali in cui sono assenti soggetti umani» commenta la critica.
Charlie Davoli vive invece la fotografia come un gioco tra l’artificio e la natura, tra l’io psicologico e l’io tecnologico. «In questo rapporto dialettico, in cui sono create strutture, ambienti e situazioni sganciate dalle antiche leggi fisiche ci restituisce un messaggio fotografico che affonda le sue radici nel fascino del profondo e del misterioso» aggiunge Maria Vittoria Pinotti.
L’allestimento site-specific, composto di 31 opere, è pensato appositamente per gli spazi di coworking del campus ed ha l’intento di creare un ambiente di lavoro ricco di stimoli immaginativi e fonte d’ispirazione, rivitalizzando l’immaginazione di tutti coloro che vi lavorano. (AJ-Com.Net).