Nei giorni scorsi il NAS di Catanzaro, al termine di articolate indagini compiute per il tramite di intercettazioni telefoniche e ambientali e servizi di osservazione e pedinamento, ha eseguito un’ordinanza cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Lamezia Terme su richiesta di quella Procura della Repubblica, con cui è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari a tre persone, tutte originarie dell’area Lametina, indiziate di aver costituito e partecipato ad un’associazione per delinquere finalizzata prevalentemente al furto e alla ricettazione di specialità medicinali ad uso umano.
Nell’ambito della medesima operazione, denominata “Blu Express”, sono stati deferiti in stato di libertà ulteriori 10 soggetti ed eseguiti molteplici decreti di perquisizione tra le province di Catanzaro e Reggio Calabria, anche presso farmacie, depositi e palestre.
Le indagini hanno consentito di accertare che il sodalizio criminale, composto da corrieri di farmaci, magazzinieri di depositi farmaceutici e farmacisti, attraverso una collaudata organizzazione permeata da complicità e stretta collusione, trafugava medicinali (tra cui quelli per la cura della disfunzione erettile come il “Viagra”, nonché alcuni ad azione dopante illecitamente impiegati in ambito sportivo) che venivano successivamente rivenduti sul mercato clandestino.
I furti e le appropriazioni indebite avvenivano:
- grazie alla complicità di taluni insospettabili magazzinieri che materialmente facevo sparire interi colli di medicine;
- ad opera dei corrieri compiacenti i quali omettevano la consegna dei farmaci più appetibili presso le farmacie destinatarie e eseguivano ordini fittizi a nome dei farmacisti per poi appropriarsi dei medicinali.
Successivamente l’organizzazione, attraverso l’esistenza di una vera a propria rete di “spaccio” creata per accontentare l’elevata richiesta dei consumatori della zona, procedeva a vendere clandestinamente la refurtiva.
Nel corso dell’attività investigativa i Carabinieri hanno sequestrato oltre 10.000 confezioni di farmaci provento di furto e risultate custodite senza osservare alcuna precauzione (in locali non idonei e a temperatura non controllata) costituendo, pertanto, un potenziale pericolo per l’ignaro utilizzatore finale del prodotto.
Particolare di interesse quello relativo al capo dell’associazione, il quale, anche in concorso con altri, al fine di tenere salda la disponibilità ad acquistare i farmaci di origine delittuosa da uno dei farmacisti della sua rete, millantava la conoscenza di magistrati e di dirigenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale, assicurando la possibilità di intervenire sulle controversie amministrative, il cui esito affliggeva la farmacia in questione