L’avvocato Lorenza Cuccaro tratterà in una rubrica specifica temi importanti e di stretta attualità e risponderà ai brevi quesiti che verranno eventualmente posti. I lettori potranno porre domande o sottoporre alla sua attenzione questioni di rilevanza pubblica inviando mail a:serviziterminus@libero.it
Ci capita spesso di comprare beni on line attraverso le migliaia di siti che troviamo in internet…Può però accadere che la merce acquistata, una volta che ci viene recapitata, non abbia le caratteristiche che ci aspettavamo, oppure semplicemente, ci “ripensiamo”……Cosa possiamo fare? Esercitiamo il diritto di recesso!
Ne abbiamo sicuramente sentito parlare diffusamente della circostanza che quando acquistiamo beni che non servono per finalità principalmente riconducibili alla nostra attività commerciale o professionale, agiamo in qualità di “consumatori”.
In estrema sintesi, il “consumatore” è, appunto, chi agisce per scopi estranei alla propria attività commerciale o professionale. Nel corso del tempo, poi, tale nozione è stata oggetto di numerose pronunce, anche in ambito comunitario, a seguito delle quali la tutela prevista in favore del cd. “contraente debole” (dettata dal Codice del Consumo, il d.lgs.206/2005 successivamente modificato) è stata estesa anche a chi apparentemente sembra non rientrare nella precedente definizione.
Vediamo cosa succede in caso di acquisti on line. Dobbiamo anzitutto tener presente che gravano sul venditore specifici obblighi informativi proprio sulle modalità di esercizio del diritto di recesso (obblighi disciplinati dagli artt. 49 e ss. del Codice del Consumo), che, sulla scorta di quanto previsto dalla disciplina a tutela del consumatore, può essere esercitato:
– per i beni, entro 14 giorni lavorativi dal ricevimento della merce da parte del consumatore,
– per i servizi, entro 14 giorni lavorativi dalla conclusione del contratto.
Se gli obblighi di informazione che gravano sul venditore non sono stati inizialmente rispettati, il venditore, fermo restando il rischio di sanzioni, può porre rimedio a tale omissione entro 12 mesi e, in questo caso, il diritto di recesso può essere esercitato dal consumatore – sia per i beni che per i servizi – entro 14 giorni lavorativi che decorrono dal giorno in cui tali obblighi sono stati soddisfatti.
Come si esercita il diritto di recesso?
Con l’invio entro il termine sopra indicato, di una comunicazione (preferibilmente raccomandata a/r o pec) ove è espressamente dichiarata la nostra volontà di recedere dall’acquisto, redatta anche sulla scorta della bozza allegata allo stesso Codice del Consumo (Allegato I, Parte B) ed a volte messa a disposizione anche dal venditore sul proprio sito Internet. Una volta ricevuta la nostra comunicazione, il venditore ha l’obbligo di restituire il prezzo pagato nel minor tempo possibile e comunque entro il termine massimo di 14 giorni dalla ricezione della comunicazione, con obbligo di rimborso anche delle spese di spedizione che abbiamo precedentemente pagato per la ricezione del bene che vogliamo restituire. E’ vietato, inoltre, al venditore (ex art.57 del codice del Consumo) trattenere arbitrariamente somme di denaro che siano eventualmente correlate all’uso del bene o alla mancata disponibilità dello stesso presso i magazzini: la restituzione del corrispettivo deve essere integrale!
E’ da tener presente che la merce deve essere restituita (chiaramente integra) sempre entro il termine di 14 giorni (a tale scopo, basta la prova di avvenuta consegna all’ufficio postale o al corriere nel predetto termine), dalla data di invio della comunicazione relativa al recesso, facendosi carico della relativa spesa di restituzione.
L’art. 59 del Codice del Consumo prevede poi alcune categorie di beni acquistati a distanza per le quali è del tutto escluso il diritto di recesso. Si tratta di casi tassativi non estensibili in via analogica che, in via esemplificativa, riguardano:
- la fornitura di beni personalizzati o confezionati su misura;
- · la fornitura di beni deteriorabili;
- la fornitura di beni sigillati che, per motivi di sicurezza o di salute, non si prestano alla loro restituzione dopo l’apertura;
- · la fornitura di giornali, riviste e periodici;
- la fornitura di video/audio/software consegnati sigillati e che siano stati aperti;
- i contratti in cui il consumatore ha specificamente richiesto una visita da parte del professionista ai fini dell’effettuazione di lavori di riparazione o manutenzione.
Dobbiamo anche sapere che possiamo esercitare il recesso anche nel caso in cui acquistiamo on line beni “in saldo o al ribasso”….i nostri diritti non diminuiscono in funzione del minor esborso!
Avv. Lorenza Cuccaro