Domenica 20 luglio 1969 il modulo lunare “Eagle” della missione Nasa Apollo 11 si appoggiava sulla superficie polverosa della Luna. Le prime parole e alla radio dalla distanza di 384.000 chilometri furono quelle di Neil Armstrong, comandante della missione. “L’aquila è atterrata”.
Diverse sono le iniziative per celebrare questo evento storico, compresi eventi in ambito scolastico. In occasione di un convegno dedicato agli alunni delle medie di un istituto di Petrella Tirnina in provincia di Campobasso (Molise) dal titolo “La luna e gli altri corpi celesti” il professor Dario Mancini, inventore, ingegnere ed astronomo ordinario INAF risponde ad alcune domande.
Professor Mancini, quanto ritiene importante un incontro dedicato sull’argomento proprio agli alunni delle scuole?
” Ritengo che sia molto importante questa attenzione da parte della scuola. Mi permetta di ringraziare l’Amministrazione comunle, la dirigente scolastica dell’Istittuto di Petrella e la Proloco per la sensibilità mostrata a voler organizzare, e ricordare un evento importante come lo sbarco sulla luna dell’ uomo, 50 anni fa. E’ interessante vedere come nella scuola le capacità gestionali stiano migliorando, la società si basa su questo, una piattaforma istruttiva che renda solidi e consapevoli i ragazzi dell’importanza di avere un ruolo nella nostra società”.
Lei è un astronomo ordinario INAF, in particolare di cosa si occupa?
” L’astronomo ordinario fa parte di una categoria universitaria che si occupa essenzialmente dell’astronomia, ma non solo dal punto di vista scientifico, ossia analizzare le stelle o i pianeti che sono studi molto approfonditi, ma si da importanza anche ala parte tecnologica”.
Quindi possiamo considerarla anche un costruttore?
” In effetti si, progetto e costruisco parti di telescopi, e li uso per studiare l’universo. Deve sapere che l’Universo è il più grande laboratorio che ci sia, ma è un laboratorio difficile, infinito. Le faccio un esempio restando nel mondo scolastico, mentre in un laboratorio di chimica quando si fanno gli esperimenti le cose si possono toccare, le stelle non le possiamo toccare, anzi le dirò di più parliamo di teorie diverse”.
Un esempio?
“Pensi che una stella vive minimo cento milioni di anni, ossia nasce e dopo cento milioni di anni termina il suo ciclo di vita, la nostra vita dura poco, 100 anni? Questo vuol dire che non potremmo ma vedere una stella che nasce e che muore, ma la osserviamo nelle varie fasi del suo percorso, per cui dobbiamo cercare di costruire quale possa essere la vita di una stella, appunto formulando teorie”.
E quindi lo sbarco sulla luna quale valenza scientifica e sociale ricopre?
” E’ un evento importantissimo. Lo sbarco sulla luna certifica che il pianeta esiste, l’uomo ha potuto ” toccarne” la superficie. Poi si è potuto analizzare la conformazione e quindi di cosa è costituito”.
Esiste un legame tra l’uomo e le stelle?
” Certo proprio grazie agli osservatori, alle ricerche con cui abbiamo potuto analizzare i materiali di cui sono composti i corpi celesti, posso affermare che c’è un legame tra noi e le stelle, o meglio anche noi siamo costituiti da materia barionica, ossia di questi elementi: idrogeno, ossigeno, calcio, carbonio, ferro, azoto, magnesio, fosforo e sodio”.
Quindi torniamo alla costruzione, per osservare e studiare le stelle e i pianeti è necessaria una tecnologia particolare.
” Assolutamente si. Parliamo di telescopi presenti sulla terra e nello spazio, che è sicuramente più difficile e costoso, ma il risultato ( HSD) è importante per la ricerca scientifica”.
Lei ha partecipato a diversi progetti riguardanti proprio i telescopi in particolare dei telescopi NGTT e CRT#2.
” Si per quanto riguarda il primo parliamo dell’Osservatorio di Castelmauro, in provincia di Campobasso e del telescopio NGGT – New Generation Ground Based Telescope. Il Molise è stato scelto come sito ottimale per la realizzazione del prototipo del più grande telescopio al mondo, di concezione innovativa. La scelta del sito non è casuale. In quanto in circa 10 anni di osservazioni, abbiamo valutato la qualità del sito, che è risultato di gran lunga superiore a quello identificato in passato per l’Osservatorio di Castelgrande in Basilicata, sia in termini di inquinamento luminoso che da polveri.
Mentre il secondo è il progetto di un nuovo telescopio da 2m robotico CRT#2 che insieme al CRT (Castelmauro Robotic Telescope#1) servirà da per lo svolgimento di programmi scientifici in diversi settori come nel caso della ricerca, catalogazione e monitoraggio degli NEO “Near Earth Objects”, che comprendono sia oggetti pericolosi da monitorare che detriti spaziali “Debris” prodotti dall’uomo.”.
Per concludere è giusto dire che esiste un collegamento tra la nascita della terra con le migrazioni nello spazio e le migrazioni dei popoli odierne?
” Io credo di si. La migrazione dei corpi celesti nello spazio ha consentito anche la formazione del nostro sistema solare, questa migrazione è l’elemento fondamentale, e sulla terra si manifesta anche oggi nella società, pensi alla migrazione dei popoli di conseguenza alla fusione delle razze, accomunando la migrazione dei pianeti alla migrazione dei popoli si arriva a parlare del presente, di ciò che oggi siamo e viviamo, si bisognerebbe incentivare una attenzione particolare, un rispetto per la terra che ci ospita Pensi che la natura ha impiegato ben 4 milioni e mezzo di anni per la formazione di ciò che siamo oggi, all’uomo è bastato molto ma molto meno per devastare la natura”.
Questo convegno è stato pensato e realizzato, grazie alla presenza del professor Dario Mancini da una parte per ricordare un evento che ha avuto un peso sulla ricerca scientifica, lo sbarco sulla luna, ma anche su quella politica e sociale, dall’altra come sensibilizzazione alla consapevolezza dell’importanza del nostro pianeta e con uno sguardo verso il futuro dove il rispetto per l’ambiente rappresenta la salvezza per la terra. (MDL)