Ambiente, il Ministero modifica la sua riorganizzazione. Nasce il Dipartimento per la Transizione Ecologica e la Direzione Generale per il Mare

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Il Consiglio dei ministri il 6 novembre ha approvato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di riorganizzazione del Ministero dell’ambiente.

«Abbiamo aggiunto un nuovo tassello alla strategia del Green New Deal – annuncia il ministro Sergio Costa –. Il provvedimento approvato oggi dal Consiglio dei ministri rinnova totalmente il Ministero dell’Ambiente permettendoci di adeguare la struttura amministrativa alle sfide del futuro. Questa nuova organizzazione vede nascere due dipartimenti: il primo gestirà la tutela dell’ambiente, in tutte le sue componenti, all’interno del quale nascerà una nuova direzione ad hoc sul mare, oltre a quelle già esistenti su natura, dissesto e acqua; il secondo si occuperà della transizione ecologica, coordinando le competenze su crescita verde, economica circolare e sviluppo sostenibile. Ora saremo più forti e organizzati per affrontare le sfide ambientali sia a livello nazionale sia a livello internazionale, attraverso un maggiore presidio del territorio e una maggiore capacità di monitoraggio su tutti gli enti e amministrazioni che attuano le politiche ambientali».

La nuova organizzazione amministrativa, realizzata senza spese, si articola ora secondo un sistema più moderno a responsabilità distribuite fondato su due Capi dipartimento, che saranno chiamati a coordinare i temi generali, e otto Direzioni generali, a presidio dei settori di competenza.

I due dipartimenti saranno focalizzati rispettivamente sugli aspetti di tutela e salvaguardia ambientale e sulle politiche di transizione ecologica. La nuova organizzazione vuole confermare l’importanza delle azioni di salvaguardia dell’ambiente e di contrasto all’inquinamento affiancandole alle più recenti sfide di   promozione di comportamenti e sistemi produttivi meno energivori e inquinanti e di stimolo a un rapporto più rispettoso con l’ambiente così da affrontare più efficacemente le svolte epocali e ormai improcrastinabili, dettate dai cambiamenti climatici. Non è un caso che uno dei due dipartimenti sia dedicato alla transizione ecologica.

Le direzioni generali invece passano da sette a otto: alle precedenti, competenti su protezione della natura, dissesto idrogeologico e acqua, economia circolare, crescita sostenibile, cambiamenti climatici e risanamento ambientale, si affianca una nuova Direzione generale per il mare e le coste, che avrà come obiettivo quella di tutelare l’ambiente marino e governare i processi partecipati della blue economy.

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