Sono vini da un costo ritenuto ‘stellare’, per molte persone ingiustificato; ma sono anche opere da collezione, che hanno alla base una storia da raccontare. Quello che in tanti non considerano è che si tratta anche di prodotti d’investimento, con vere e propri e quotazioni e rendite.
Arrivano ancora dalla Borgogna le bottiglie su cui investire: lo dicono i numeri. In testa alla classifica dei vini più costosi del mondo di “Wine Searcher”, dominano le grandi etichette della Côte de Nuits e della Côte de Beaune, con gli italiani ancora lontanissimi dalla top 50.
Al primo posto, Romanée-Conti di Domaine de la Romanée-Conti, a 20.287 dollari a bottiglia, seguito sul podio dal Musigny Grand Cru di Maison Leroy (17.948 dollari) e dal più prezioso dei Riesling della Mosella, l’Egon Muller Scharzhofberger Riesling Trockenbeerenauslese (14.662 dollari).
Italia ben distante dalle prime posizioni, ma alcune etichette comunque si fanno valere sul mercato.
Sul podio nazionale troviamo il Barolo Monfortino di Giacomo Conterno, a 1.115 euro a bottiglia, seguito dal Barbaresco Pajé di Roagna (751 euro) e dal Masseto (717 euro).