A Bergamo, Brescia, Lodi, Milano e Piacenza è ancora allarme sui dispositivi di protezione individuale.

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 Alla luce del nuovo decreto del governo con le misure della totale chiusura della maggior parte delle attività relative a tutta la penisola ed alla luce della rapida evoluzione dei contagi da Coronavirus che sta mettendo in difficoltà il sistema sanitario italiano, portando allo stremo il personale addetto e mutuando le prime vittime tra le fila sanitarie, Plusimple (www.plusimple.com), l’innovativa società di sanità digitale, lancia l’allarme sui dispositivi di protezione individuale.

È di avantieri la notizia della scomparsa di Roberto Stella. Aveva 67 anni ed era medico di base a Busto Arsizio. Ricoverato da giorni a Como, le sue condizioni si erano aggravate. Rappresentava la capacità di impegno e sacrificio dei medici di famiglia.

«Gli ultimi decessi in ambito sanitario rappresentano il grido di tutti i colleghi che ancora oggi non vengono dotati di dispositivi di protezione individuale. È la drammatica testimonianza che siamo parte integrante di questo sistema sanitario nazionale oggi in emergenza, ma spesso le aziende sanitarie ancora sembrano non rendersene conto» Claudio Piccarreta tra i fondatori di Plusimple.com.

Questa dichiarazione è l’ennesimo grido d’allarme e crepa che sta venendo alla luce in questi giorni di stress ed emergenza per le istituzioni e il sistema sanitario.

Cresce il numero di medici infetti e in quarantena:  centinaia di medici attualmente in isolamento, con la conseguenza di avere oggi oltre 500 mila cittadini senza medico in tutta Italia.

Spesso nel nostro Paese si è soliti restare inermi o parlare per poi scoprire che le soluzioni ci sono e sono in casa, ma noi eravamo intenti a guardare altrove.

Plusimple, una giovane società innovativa di sanità digitale, pluripremiata per l’innovazione, oggi supporta professionisti di reparti ospedalieri, medici di famiglia, specialisti e centri sanitari pubblici e privati a continuare le cure e la comunicazione a distanza, evitando di assediare reparti e sale d’attesa, esponendo il personale sanitario ed i pazienti a rischi di contagio.

Plusimple è un filo tecnologico che connette in sanità, la prima a connettere la sanità privata e pubblica intorno allo stesso paziente. Tramite piattaforma e app, si consente la comunicazione tra reparto o con il paziente e il medico, con community certificate, generando un network sanitario istantaneo e senza limiti geografici o di accesso.

Attraverso la community di Plusimple.com –che già ad oggi conta più di 600 medici e 11 mila pazienti– si concretizza la connessione dei medici con colleghi e pazienti, per assicurare le cure e l’assistenza sanitaria.

Questa emergenza ha generato forti alterazioni nell’erogazione dell’assistenza sanitaria ma al contempo ha fatto venire fuori grandi limiti nei mezzi del personale sanitario.

È il caso di pazienti che affollano gli ambienti per controlli, come pazienti trapiantati o pazienti in terapia oncologica, che magari vivono il dramma di doversi salvare da un male cercando di evitare il contagio, insomma un percorso all’Indiana Jones.

I medici in Plusimple intervistati in videoconferenza proprio con la piattaforma dichiarano: «seppure vi sia un leggero rallentamento, il numero totale dei decessi segue ancora la crescita esponenziale dei giorni scorsi. Gli effetti delle misure governative di isolamento sociale non sappiamo con esattezza quando saranno veramente visibili, ma sono necessarie quando il numero di casi noti è difficile da controllare».

Nella provincia cinese di Hubei si sono adottate misure di isolamento sociale quando erano 444 ma in realtà -a conti fatti- gli infetti erano 12 mila.

Le autorità non sanno quando un cittadino ha iniziato ad avere i sintomi, lo sa soltanto quando va dal medico e gli viene diagnosticato. Pertanto vi è un ritardo, una latenza nella diagnosi rispetto ai provvedimenti che può su larga scala e ogni giorno essere fortemente impattante.


Nelle statistiche mondiali vediamo come i casi della Corea del Sud sono esplosi, ma vi siete chiesti perché non lo siano stati quelli di Giappone, Taiwan, Singapore, Tailandia o Hong Kong? Tutti sono stati colpiti dalla SARS nel 2003 e tutti hanno imparato da quell’esperienza. Hanno imparato quanto virale e letale potrebbe essere il Coronavirus e quindi sapevano di doverlo prendere sul serio. Ecco perché tutti i loro grafici, nonostante inizino a crescere molto prima, non sembrano ancora esponenziali.

Le provincie italiane maggiormente affette sono Bergamo, Brescia, Lodi, Milano e Piacenza. In queste provincie i casi di infetti stanno crescendo ancora. I dati per l’Italia intera sembrerebbero mostrare un rallentamento generale, ma si deve tener presente che questo dato dipende fortemente da quanti tamponi vengono fatti, più infetti ci saranno e più difficile censirli tutti.

Le rimanenti provincie italiane seguono un andamento simile al dato nazionale, ma il caso su cui porre attenzione è la provincia di Lodi. Si comporta un po’ come Hubei in Cina.

La provincia di Lodi è quella in cui è stata istituita la prima zona rossa  e questo dato ci fa capire come isolando adesso si potranno vedere lievi miglioramenti nell’arco di 15 giorni, periodo di incubazione del virus.

Non possiamo attenderci dati migliori e più puntuali in questa fase dato che la cabina di regia è, giustamente, occupata nel fronteggiare l’emergenza sanitaria.

«Nel momento di emergenza che stiamo vivendo è indispensabile assicurare le cure ma anche limitare i contagi» sostengono i medici della piattaforma. E proprio grazie a Plusimple.com il rapporto con il proprio medico o reparto ospedaliero avviene in remoto ed assicura così la rapidità nella comunicazione e l’affidabilità delle informazioni, svuotando le sale d’aspetto. Immaginate ad un ambulatorio online dove il medico ha a disposizione uno spazio dedicato, sicuro, il cui contenuto può essere coordinato con altri colleghi, specialisti o reparti per avere una comunicazione e informazioni chiare e condivise.

Il tema del GPDR e della riservatezza dei dati è uno dei più importanti e principali e Plusimple è stato progettato come privacy «by design». La discussione è aperta a livello europeo da anni e nonostante vi siano delle soluzioni che permettono di collegarsi da remoto con i pazienti il loro limite è la promiscuità di utilizzo -pensate a whatsapp o ad altre app come zoom- e soprattutto il fatto che i dati viaggiano su server extraeuropei.

«In un mondo dove i dati hanno lo stesso valore dell’oro, proteggere quelli dei pazienti e dei cittadini è stata la nostra preoccupazione da subito. Migliorare le cure partendo dalla comunicazione, guadagnando tempo per il paziente e il medico» puntualizzano i medici della piattaforma.

Immaginate il vostro medico bombardato di messaggi di pazienti all’interno della stessa app dove parla di calcetto, di cene o con la propria famiglia. Oggi, in questo momento così particolare di emergenza si ha bisogno di strumenti professionali, facili ed ordinati soprattutto per la comunicazione e la gestione dei casi.

«Una innovazione deve essere semplice e a disposizione di tutti, senza installazioni o strumentazioni costose» assicura Claudio Piccarreta tra i fondatori di Plusimple.com.

SupportoCoronaVirus.it si rivela così uno strumento utile e veloce per mantenere aggiornato il proprio screening. Usare Plusimple serve poi a garantire il continuum assistenziale in maniera agile, riducendo il rischio di contagi e di contaminazioni e consentendo di ottimizzare il coordinamento tra le parti coinvolte nei processi di cura.

«Plusimple significa più semplice perché crediamo che una sanità con meno passaggi e meno ostacoli sia più valore per tutti» sostengono Francesco Pinto, CTO, e Giorgio Mottironi, responsabile commerciale della società che è già stata classificata dall’EIT Health -agenzia innovativa dell’Unione Europea- tra le 15 società di sanità digitali più promettenti d’Europa.