Durante i lavori della task force sul nuovo coronavirus, istituita al Ministero della Salute il 22 gennaio, è emersa la necessità di elaborare, a cura della Direzione Programmazione del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’INMI Spallanzani, uno studio sui possibili scenari dell’epidemia e dell’impatto sul Sistema sanitario nazionale, identificando una serie di eventuali azioni da attivare in relazione allo sviluppo degli scenari epidemici, al fine di contenerne gli effetti.
Il 12 febbraio, la prima versione di questa analisi, successivamente aggiornata fino al 4 marzo, è stata presentata al Comitato Tecnico-Scientifico per il necessario approfondimento. In quella fase tutti i lavori del Comitato Tecnico-Scientifico si sono svolti in forma riservata.
Va ricordato che ancora il 14 febbraio l’ECDC, l’Agenzia dell’Unione Europea per la prevenzione e il controllo delle malattie, in un suo documento ufficiale, dava come “bassa” la possibilità di diffusione del contagio in Europa. E in quel momento i contagi in Italia erano 3, tutti importati dalla Cina, e i casi in Europa erano 46. Questo lavoro di studio e approfondimento ha poi contribuito alla definizione delle misure e dei provvedimenti adottati a partire dal 21 febbraio, dopo la scoperta dei primi focolai italiani.