Coronavirus/ La viticoltura chiamata ad una sfida epocale

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un vitigno del Chianti

Si sentiranno ancora per molto gli effetti dell’epidiemia da Covid, anche per il vino. Oltre all’aspetto prettamente economico, servirà ripensare il rapporto con l’ambiente per la filiera del vino, dalla vigna allo scaffale. È una estrema sintesi del pensiero di OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino), che ha presentato il punto di congiuntura dello scenario vitivinicolo mondiale E’ stato ricordato che solo in Ue le stime parlano di una perdita del -35% in volume e -50% in valore, per il vino. E le crescite in Gdo, dove peraltro l’offerta è molto più orientata sul prezzo e limitata a molti meno player, rispetto a quella della ristorazione, e anche nell’online, non bastano a compensare.

Calo dei consumi complessivo, riduzione dei prezzi medi, e quindi dei margini di vendita e dei fatturati. E in ultima analisi la redditività per le cantine soprattutto per quelle che sono più legate ai canali tradizionali, e che sono fuori dalla rete dei supermercati.

Il “lockdown” avrà un impatto fortissimo, probabilmente irreversibile, a meno che non vengano messe in campo dai Governi risorse davvero straordinarie per la ricostruzione. Da OIV ritengono che lo scenario sia comparabile a quello del secondo dopoguerra.