Coronavirus, la seconda ondata in autunno rischiosa soprattutto al Sud

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Attenzione all’ondata di coronavirus autunnale, perché è potenzialmente più rischiosa dell’attuale.

«Ho molti più timori per le persone rientrate al lavoro, in luoghi chiusi, rispetto chi va a spasso all’aria aperta. Ma il vero punto focale dell’emergenza coronavirus sarà il prossimo autunno».
Lo dice Pier Luigi Lopalco, ordinario di Igiene all’Università di Pisa e responsabile del coordinamento per le emergenze epidemiologiche dell’Agenzia strategica per la salute e il sociale della Puglia. Lo scienziato scelto dalla sua regione per affrontare al meglio il “ciclone” Covid-19 sta guardando con grande interesse alla “fase 2”.
Se l’estate sarà un periodo di transizione, in cui si dovrà «convivere col virus mantenendo rigorose misure per evitare nuove diffusioni», il momento chiave sarà il prossimo autunno. Mesi in cui ripartirà tutto e in cui «bisognerà mettere in campo le esperienze accumulate nella “fase 1”. Non potremo sbagliare, soprattutto al Sud: qui la prima ondata dell’epidemia non ha inciso come altre zone d’Italia. Dobbiamo evitare che la forza del virus ci travolga. Non sappiamo come potremmo reagire».
Non avendo avuto esperienza di una forte ondata pandemica, la popolazione del Sud per la stragrande maggioranza è suscettibile al Covid-19 e, quindi, può infettarsi. Al Nord, invece, ci sono territori dove più del 70% dei residenti sono entrati in contatto col virus ed ora sono più o meno immunizzati.